Con lo sciopero di oggi, che ha visto una significativa partecipazione anche nelle manifestazioni e presidi organizzati a Roma e in ogni provincia dalle strutture di categoria e confederali, abbiamo dato voce in tutta Italia alle ragioni del lavoro pubblico. Un grazie va a tutte le lavoratrici e i lavoratori che scioperando hanno dato al governo un segnale chiaro e inequivocabile, in coerenza con gli obiettivi della manifestazione dell’8 novembre: rivendicano il loro diritto al rinnovo del contratto, come atto concreto di riconoscimento della funzione che svolgono al servizio della collettività, indicano nel confronto e nel negoziato la via maestra per politiche di vera riforma della pubblica amministrazione.
Scuola, sanità, università e ricerca, sicurezza e pubblica amministrazione subiscono da troppo tempo scelte sbagliate e miopi; la riduzione pesante dei posti di lavoro, il congelamento delle retribuzioni e in molti casi un loro arretramento, l’aggravio generalizzato delle condizioni di lavoro hanno avuto come unico risultato quello di mettere a dura prova lo possibilità di offrire all’utenza servizi efficaci e di qualità. In questo senso l’azione dell’attuale governo si pone in termini di sostanziale continuità con quella dei governi precedenti, nonostante le conclamate ambizioni innovative. Il cambiamento e le riforme non si fanno senza e tantomeno contro i lavoratori, la cui professionalità e la cui esperienza devono al contrario essere assunte come fattori decisivi su cui far leva per sostenere processi di innovazione e riqualificazione dei servizi. Anche a questo servirebbe un rinnovo dei contratti, e sorprende come questo governo continui a non rendersene conto.
Dopo lo sciopero di oggi la Cisl Lavoro Pubblico rilancia la sua richiesta al governo di aprire immediatamente il confronto per i rinnovi contrattuali, pronta a mettere in atto, se non ci saranno concrete risposte, ulteriori percorsi di mobilitazione.
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