Categorie: Politica scolastica

Scrima: no a interventi per legge sugli stipendi della scuola

Quando la presentazione di un progetto viene rinviata, i motivi possono essere due: serve un sovrappiù di riflessione o ci sono difficoltà impreviste.
Se nel caso dei provvedimenti sulla scuola il motivo fosse il primo, ne saremmo lieti, anche se la pausa necessaria sarebbe ben più lunga di qualche giorno.
Se invece, come è più probabile, la ragione vera fosse la seconda, si avrebbe conferma di quanto dice da tempo chiunque conosca davvero la scuola e la complessità dei suoi problemi. Sulle assunzioni, far quadrare il cerchio, tra promesse più o meno avventate, le attese che queste hanno alimentato e quelle che finora non vedono risposta e devono averla, è in effetti impresa ardua e si rischia seriamente, se si procede solo per spot più o meno ad effetto, di creare più ingiustizie di quelle che si dovrebbero sanare.  
Sulle carriere dei docenti, dove il progetto del Governo è di introdurre una meritocrazia a costo zero, si sta facendo ogni giorno più evidente che l’operazione comporterebbe in termini generali un abbassamento delle già magre retribuzioni degli insegnanti. Con una manomissione del loro contratto che ovviamente respingiamo e che consideriamo del tutto illegittima.
Qualora il Governo confermasse di intervenire per legge su questa materia, non potremmo che reagire duramente; se poi si volesse addirittura inserire il tema carriere in un decreto legge, non potremmo non chiederci, e non chiedere, quali ragioni di necessità e urgenza si possano invocare, dopo che la sede giusta per discutere e decidere di retribuzioni è stata resa inagibile dal blocco dei rinnovi contrattuali confermato anche dal governo Renzi. In splendida continuità, va detto, con la peggior tradizione dei governi che l’hanno preceduto.
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