Giungono ormai ogni giorno – e oggi dalla ministra Giannini – segnali di apertura alla discussione su un tema, quello delle progressioni economiche del personale scolastico, su cui il governo ha raccolto fino ad oggi più critiche che consensi. Noi avevamo da subito evidenziato i limiti di una proposta complessivamente penalizzante sul piano economico e soprattutto destinata ad accentuare gli elementi di impropria competitività all’interno di sistema, quello scolastico, in cui si dovrebbe favorire quanto più possibile l’attitudine alla cooperazione su obiettivi condivisi di efficacia e qualità. Opinione, quest’ultima, autorevolmente confermata – è la Giannini a dircelo – dalla Commissione Istruzione del Senato.
Che le nostre obiezioni risultino ampiamente condivise anche negli esiti di una consultazione su cui il governo ha posto così grande enfasi è motivo di particolare soddisfazione, e dimostra che organizzazioni come la nostra quando esprimono un loro parere lo fanno a ragion veduta, dando rappresentanza in presa diretta a un settore di cui ben conoscono i problemi, le sensibilità e le attese. Una rappresentanza legittimata da una presenza capillare e diffusa, da livelli alti e verificabili di adesione, e che da sempre assume la qualità del sistema formativo, insieme alla valorizzazione professionale, come valore e obiettivo di riferimento dell’azione sindacale.
In una sua dichiarazione di oggi la ministra Giannini afferma che la partita degli scatti di anzianità rappresenta “un punto sicuramente da discutere e negoziabile”. Vogliamo sperare che l’accenno al negoziato non si riferisca tanto al dibattito in ambito politico, ma sia la presa d’atto che la sede naturale e legittima di discussione e decisione, quando si tratta di retribuzione del personale, è quella del contratto di lavoro.
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