Si mistifica la realtà quando si afferma, come accade anche oggi su qualche giornale, che “per pagare gli scatti di anzianità si sono prosciugate le risorse per le attività a favore degli studenti”.
Si mistifica la realtà e si scarica sui lavoratori e su chi li rappresenta una colpa che non hanno, assolvendo i veri colpevoli, cioè i governi che hanno “rapinato” le retribuzioni del personale, colpendo l’unico elemento che finora faticosamente le protegge e impedisce che gli stipendi diventino ancor più inadeguati rispetto all’importanza e alla complessità del lavoro nella scuola.
Si impone pertanto una precisazione: le risorse per il miglioramento dell’offerta formativa sono a tutti gli effetti salario dei lavoratori, come lo sono gli scatti di anzianità. Ambedue le voci sono infatti disciplinate dal contratto di lavoro. Gli accordi con cui i sindacati, la Cisl Scuola tra questi, hanno deciso di dirottare sul salario fondamentale una parte del salario accessorio, sono stati la risposta obbligata a un depauperamento delle retribuzioni di tutti, una risposta data non “rubando” risorse altrui, ma semplicemente utilizzando quote di salario di propria competenza per far fronte a un’emergenza certamente non causata dal sindacato.
È a dir poco strana la pretesa che siano i lavoratori, autotassando i propri stipendi già magri, a dover finanziare i fondi per le attività aggiuntive! Ci pensino governo e parlamento, sempre così pronti a riempirsi la bocca di affermazioni solenni sul valore del lavoro nella scuola, sempre così assenti quando si tratta di dare seguito alle loro parole con scelte coerenti e concrete. Tocca a loro rifinanziare il fondo attraverso le necessarie scelte di investimento.
Si smetta di chiamare in causa a sproposito i nostri accordi, è un gioco al quale non possiamo stare, è un gioco che deve finire. Responsabilità e colpe siano date a chi se le merita, basta bugie e mistificazioni.