Immediata è stata la replica del Comune capitalino, difeso da Adriano Meloni, assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale: "sulla vicenda dei manifesti abusivi contro la ministra Valeria Fedeli, il segretario della Cgil Susanna Camusso è disattenta o male informata".
All'indomani delle affissioni, il Comune di Roma ha predisposto oltre 1.900 oscuramenti e gli agenti del Pics (Pronto intervento centrostorico-decoro urbano) della Polizia Locale hanno realizzato circa 100 interventi di rimozione".
"Gli uffici – ha incalzato Meloni - hanno agito tempestivamente non appena giunte le prime segnalazioni e hanno sollecitato le società proprietarie dei cartelloni sui quali sono comparsi alcune manifesti fare altrettanto. Come ho avuto già modo di sottolineare, in questo come in altri casi, non è tollerabile che l'espressione di una critica venga fatta fuori dalle regole e soprattutto imbrattando la città, con costi per la comunità e per i cittadini".
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Evidentemente, però, l’opera di smaltimento del Comune romano dei manifesti anti-Fedeli non è stata radicale: questi, infatti, sono apparsi il 10 gennaio, ma il giorno 17, quindi esattamente una settimana dopo, nella zona di San Giovanni, La Tecnica della Scuola ne ha intercettati diversi ancora appesi (anche negli spazi riservati al Comune, con la scritta S.P.Q.R.).
Uno di questi - scampato all'opera di stralcio degli operatori e agenti del Comune di Roma - lo abbiamo fotografato e inserito a corredo di questo articolo. Alcuni giorni dopo quel manifesto era ancora lì. Presto verificheremo se è stato tolto.
Si torna a parlare dei manifesti abusivi apparsi qualche settimana fa a Roma contro la ministra Valeria Fedeli e i suoi titoli di studio conseguiti.
Stavolta, in difesa del responsabile del Miur è scesa Susanna Camusso, leader del primo sindacato italiano. Nel corso della trasmissione tv di La7 ‘L’aria che tira’, la segretaria generale della Cgil ha detto: “la sindaca Raggi copra quei manifesti mafiosi”. Il riferimento è al fatto che, almeno sino a qualche giorno fa, i manifesti campeggiavano ancora sui muri della capitale.
Ricordiamo che nei manifesti, sotto il volto del ministro Fedeli, c’era scritto: “per fare il professore ci vogliono: laurea, abilitazione e concorso. Per fare il ministro dell’Istruzione: terza media, amicizie e molte bugie….”.
Immediata è stata la replica del Comune capitalino, difeso da Adriano Meloni, assessore allo Sviluppo economico, Turismo e Lavoro di Roma Capitale: “sulla vicenda dei manifesti abusivi contro la ministra Valeria Fedeli, il segretario della Cgil Susanna Camusso è disattenta o male informata”.
All’indomani delle affissioni, il Comune di Roma ha predisposto oltre 1.900 oscuramenti e gli agenti del Pics (Pronto intervento centrostorico-decoro urbano) della Polizia Locale hanno realizzato circa 100 interventi di rimozione”.
“Gli uffici – ha incalzato Meloni – hanno agito tempestivamente non appena giunte le prime segnalazioni e hanno sollecitato le società proprietarie dei cartelloni sui quali sono comparsi alcune manifesti a fare altrettanto. Come ho avuto già modo di sottolineare, in questo come in altri casi, non è tollerabile che l’espressione di una critica venga fatta fuori dalle regole e soprattutto imbrattando la città, con costi per la comunità e per i cittadini”.
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Evidentemente, però, l’opera di smaltimento del Comune romano dei manifesti anti-Fedeli non è stata radicale: questi, infatti, sono apparsi il 10 gennaio, ma il giorno 17, quindi esattamente una settimana dopo, nella zona di San Giovanni, La Tecnica della Scuola ne ha intercettati diversi ancora appesi (anche negli spazi riservati al Comune, con la scritta S.P.Q.R.).
Uno di questi – scampato all’opera di stralcio degli operatori e agenti del Comune di Roma – lo abbiamo fotografato e inserito a corredo di questo articolo. Alcuni giorni dopo quel manifesto era ancora lì. Presto verificheremo se è stato tolto.
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