Carolina Raspanti, scrittrice romagnola di 32 anni, racconta così la sua ispirazione: “Ho deciso di scrivere un libro per raccontarmi, per dare una mia testimonianza. Per parlare alle nuove generazioni, per dir loro che la vita è bella, che va vissuta fino in fondo”. “Voglio incoraggiare i giovani d’oggi a essere felici come lo sono io. Perché io sì, ho raggiunto la felicità completa, e vorrei che fosse lo stesso per loro”.
Carolina, affetta dalla sindrome Down, abita a San Patrizio, frazione di Conselice, provincia di Ravenna con i suoi genitori, ed è figlia unica.
“La sindrome di Down personalmente non mi pesa nemmeno un po’. Non mi pesa anche perché tutte le persone che mi stanno intorno non me lo fanno pesare, per loro non è mai stato un problema”. Dopo il diploma con 89/100 da 9 anni lavora a un ipermercato di Lugo, racconta Il Redattore Sociale.
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“A scuola scrivere mi piaceva moltissimo. Purtroppo non avevo una bella calligrafia: alcuni miei compagni mi prendevano in giro per questo, ma non mi è mai interessato. Per un po’ ho lasciato perdere, ma finito il percorso scolastico ho trovato il mio equilibrio. Mi sono sentita pronta per riprendere in mano la scrittura, e ho ricominciato a studiare con maggiore cognizione di causa tutti i libri di testo che avevo utilizzato in classe”. Il primo libro si intitola ‘Questa è la mia vita’: una vera e propria biografia, “dove racconto di me, della scuola, del lavoro, della mia famiglie e dei miei amici. Racconto i miei alti e bassi, e la mia realizzazione. Ho cominciato a scriverlo a 21 anni, è stato pubblicato nel 2013, quando ne avevo 27. È stato un lavoro lungo, ma bellissimo”. Il secondo libro, uscito la scorsa estate, è ‘Incontrarsi e conoscersi: ecco il mondo di Carolina’. “È un libro molto diverso dal primo: parlo dei miei viaggi e spiego il mio punto di vista sul mondo di oggi”. Un mondo letto attraverso gli occhi disincantati ma positivi della ragazza, che nelle pagine affronta tutti i temi che riempiono le agende politiche: dalla violenza sulle donne allo stalking; dall’omofobia al bullismo, passando per il razzismo. Le due prefazioni sono del pedagogista Andrea Canevaro, che nella prima scrive: “Chi leggerà potrà crescere. Potrà rendersi conto che gli stereotipi con cui le diversità sono considerate sono falsi”.
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