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Scrive lettera anonima dicendo di non voler vivere, la prof si attiva e lo cerca. La madre riconosce la calligrafia: “È mio figlio”

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Proprio oggi ci siamo occupati del caso dello studente anonimo che ha lasciato, nell’albero di Natale dell’atrio del Politecnico di Bari, una lettera a Babbo Natale in cui diceva di voler sparire e mettere fine alla sua vita. Grazie alla diffusione del messaggio da parte di una docente, ci sono delle novità.

La madre dell’autore sembra infatti aver riconosciuto la calligrafia del figlio. Probabilmente senza il gesto della docente, che ha generato un vero e proprio tam tam sui social, questo non sarebbe avvenuto.

Le toccanti parole del ragazzo

Ecco le parole scritte dal ragazzo, riportate da La Repubblica: “Caro Babbo Natale, so di non scriverti da un po’. Adesso avrei un desiderio, gli ultimi quattro anni sono stati abbastanza estremi e, sinceramente, sono esausto. Vivere è diventato estenuante, e non ho più molta voglia di farlo, non ho più voglia di combattere per vivere la vita che desidero, diversa da quella considerata normale da tutti”.

Non verrò mai accettato per il mio percorso, ne mai otterrò supporto dalle persone che ho intorno. Mi sarebbe bastato solamente non avere bastoni fra le ruote. Please let me fly away”. In italiano, “Per favore lasciami volare via”.

La docente sta facendo di tutto per trovare l’autore

Si tratta di frasi davvero molto tristi, scritte da qualcuno che sembra non avere più voglia di vivere, forse a causa di questioni relative allo studio. Così una docente dell’ateneo si è mobilitata subito. Ha scritto, nello stesso foglio, una risposta con la penna rossa insieme al suo numero di telefono, dicendosi disposta ad aiutare chiunque abbia scritto la lettera: “Caro Studente la vita è un ‘miracolo’ ogni giorno, siamo tutti pronti ad abbracciarti ed a parlare subito con Babbo Natale perché ti mostri la ‘bellezza’ della tua età e la ‘sacralità’ della tua vita. Ho il suo cellulare: chiamami e te lo cedo”.

La donna ha pubblicato una foto della lettera su Facebook, nella speranza di trovare l’autore. “Spero che lo studente sappia che noi ci siamo e che possa affidarsi a noi docenti”.