La ricerca arriva dal Giappone dove, secondo gli studi condotti all’Università di Tokyo, e pubblicata sulla rivista Frontiers in Behavioral Neuroscience, si è accertato che scrivere sulla carta sollecita la memoria e migliora la capacità di apprendimento. E non solo, ma i vantaggi per la salute sono più alti rispetto alla scrittura col computer.
Secondo quanto si apprende, sono stati esaminati i dati di 48 volontari che hanno letto una conversazione immaginaria tra personaggi che discutevano dei loro piani nei prossimi due mesi. Ma c’erano pure, tra gli elementi, 14 diversi orari di lezione, date di scadenza dei compiti e appuntamenti personali.
I ricercatori hanno poi eseguito analisi pre-test per garantire che i volontari, di fascia compresa tra i 18 e i 29 anni, reclutati in università e uffici, fossero suddivisi in tre gruppi in base alle capacità di memoria, preferenza personale per metodi digitali o analogici, sesso, età e altri aspetti.
I volontari hanno quindi registrato il programma utilizzando un agenda cartacea e una penna, un’app di calendario su un tablet o su uno smartphone grande con touch-screen.
Mentre completavano il test, sui volontari è stata effettuata una risonanza magnetica. Poi i risultati: i partecipanti che hanno utilizzato un’agenda cartacea hanno compilato il calendario in circa 11 minuti. Gli utenti di tablet hanno impiegato 14 minuti e quelli di smartphone circa 16 minuti.
I volontari che hanno utilizzato la carta hanno mostrato più attività cerebrale nelle aree associate al linguaggio, alla visualizzazione immaginaria e all’ippocampo, un’area importante perché legata a memoria e orientamento.
Da qui l’affermazione dei ricercatori per i quali l’attivazione dell’ippocampo indica che i metodi analogici contengono dettagli spaziali più ricchi che possono essere richiamati alla mente.
Tuttavia studi simili sono stati condotti anche altrove e qualche anno fa, come fece rilevare una ricerca pubblicato sulla rivista Frontiers in Psychology, condotto dagli esperti della Norwegian University Of Science And Technology (NTNU).
In quel caso furono coinvolti 12 ragazzi e 12 bambini per verificare le caratteristiche della scrittura a mano e le differenti proprietà della pratica rispetto alla digitazione di lettere su dispositivi elettronici.
“Bambini e adulti imparano e ricordano meglio usando carta e penna – afferma Audrey van der Meer della NTNU, prima autrice dello studio – perché aumentano gli appigli della memoria”.
In data ancora più recente, studi di singoli psicologi hanno pure dimostrato che la scrittura a mano migliorare lo stato di salute, favorisce l’efficienza personale e migliorare le relazioni.
E per finire citiamo un bellissimo libro di Francesco Ascoli, “La penna in mano. Per una storia della cultura manoscritta in età moderna”, Leo Olschki Editore, mentre, sfruttando il consiglio dello studioso, ci permettiamo suggerire:
“Se tornare a insegnare calligrafia fin dalla primaria è impossibile, è però indispensabile insegnare la buona scrittura e l’idea che essa è segno di civiltà, diffondendo pure le condizioni per creare una disciplina o una meta-disciplina che organizzi gli studi in maniera coerente. Dare corso insomma, anche col contributo dei vari ministeri (cultura, istruzione, lavoro), a iniziative per riprendere l’uso della penna, inserendole dentro percorsi di comunicazione interdisciplinare, salvando nel contempo tutte le specificità di ciascun sapere”.
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