Impugnare correttamente la penna biro è un’azione d’altri tempi? Se lo chiedete ad un giovane, dirà di sì. Per gli ‘anta’, invece, non è un particolare da poco.
Soprattutto per gli insegnanti. Come quelli che hanno appena partecipato ad un corso sul tema, organizzato dall’Istituto comprensivo ‘Igino Petrone’ di Campobasso, proprio su come insegnare agli studenti ad impugnare correttamente una penna.
Perché scrivere non è solo un processo pratico, ma soprattutto mentale, elaborato e costruito nel tempo e legato alla coordinazione.
A parlarne è l’Ansa: “Una iniziativa che può apparire strana – commenta la vice preside Teresa D’Elisa – ma alla luce delle esperienze maturate nel corso degli anni ci si è reso conto che non aver prestato la giusta attenzione alla corretta impugnatura di un qualsiasi mezzo grafico, può pregiudicare l’acquisizione di strumentalità fondamentali e la fluidità nel movimento”.
L’agenzia di stampa ricorda che tutti conoscono il corsivo, ma ormai questo genere di scrittura va lentamente scomparendo. Oggi in tanti scrivono in stampatello, forse ‘condizionati’ nel loro modo di fare dai caratteri presenti sulle tastiere, soprattutto quelle dei Pc dove sono raffigurati in stampatello e maiuscoli.
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“Per bambini e ragazzi collegare le lettere nel corsivo – sottolinea D’Elisa – è diventato difficile, oggi scrivono in stampato, anche perché hanno probabilmente hanno interiorizzato le lettere delle tastiere. Noi ci siamo interrogati su questi aspetti, anche sulla base delle nostre esperienze, e abbiamo accettato la proposta di un Corso tenuto da esperti di un colosso nella produzione di mezzi grafici, la ‘Stabilo’, ritenendola utile”.
Il problema è che “negli ultimi anni con l’utilizzo dei mezzi multimediali forse si è perso il senso dell’importanza della scrittura ed è anche cambiato il linguaggio. Abbiamo notato anche una difficoltà maggiore nella produzione del pensiero. Nel momento in cui scriviamo, infatti, stiamo elaborando un pensiero. Tutto questo si ripercuote sull’acquisizione degli apprendimenti, abilità e competenze da parte dei bambini”, conclude la docente.
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