Quest’anno scolastico, ormai possiamo dirlo quasi con certezza, si concluderà senza il ritorno ai banchi di scuola e con l’ammissione alla classe successiva di tutti gli alunni di ogni ordine e grado, a prescindere dai risultati conseguiti in tutto l’anno scolastico in presenza e a distanza.
Non ci saranno neppure debiti scolastici e conseguenti sospensioni del giudizio per gli alunni del secondo grado che avranno fatto registrare insufficienze in una o più discipline, secondo quanto indicato dal DPR 122/2009, che assegna alle scuole anche il compito di organizzare corsi di recupero durante le vacanze scolastiche per consentire di recuperare i debiti.
Per questo motivo il Decreto legge del 6 aprile scorso fa riferimento, per l’integrazione e il recupero di apprendimenti dell’anno precedente, a una didattica ordinaria da attivarsi all’inizio del nuovo anno scolastico, non a corsi di recupero.
Del resto, non avrebbe potuto essere altrimenti, sia perché ci stiamo muovendo su strade non praticate prima e quindi non condivise a livello nazionale, sia perché sappiamo che non è stato possibile garantire pari opportunità a ogni alunno di tutto il territorio nazionale.
Bene, quindi, la decisione di avviare le attività didattiche a decorrere dal mese di settembre per integrare e recuperare gli apprendimenti dell’anno scolastico precedente, ma perché tale decisione diventi una opportunità concreta è necessario che essa sia preceduta, a partire dal 1° settembre, da un collegio dei docenti, da una riunione dei dipartimenti e, dopo, dai consigli di classe, in presenza oppure online, per due motivi:
Non si può pensare di iniziare il nuovo anno scolastico, il 1° settembre, cercando affannosamente di spiegare tutti gli argomenti non svolti o non seguiti da tutti gli alunni della classe nell’anno precedente e di procedere a verifiche e valutazioni come avviene tradizionalmente, perché non solo non si avrebbero i risultati attesi ma si sottoporrebbero gli alunni a uno stress veramente non da poco.
Per evitare, quindi, un sovraffollamento di informazioni e un sovraccarico di lavoro che stancherebbe gli alunni senza averne vantaggi, i consigli di classe, su aspetti prima condivisi nel collegio dei docenti e nei dipartimenti, dovranno concordare le modalità che ritengono più idonee al contesto e, in ogni caso, puntare solo sui nodi disciplinari ritenuti indispensabili per poter fare affrontare alla classe il proseguimento degli studi con serenità.
Nel corso di tutto l’anno scolastico si potrebbero poi prevedere forme di recupero, di potenziamento, di approfondimento, al di là della didattica in presenza, con forme di tutorato online, da parte degli stessi docenti del consiglio di classe o di docenti della scuola, come avviene per i corsi integrativi, facendo tesoro dell’esperienza maturata in questi mesi.
Un altro aspetto da considerare è quello del credito scolastico per gli alunni del secondo biennio e dell’ultimo anno della secondaria di secondo grado. All’attribuzione del credito scolastico contribuiscono i crediti formativi, che si ottengono con attività extrascolastiche certificate e presentate dallo studente al consiglio di classe entro il mese di maggio, con la media dei voti di ciascun anno scolastico, con il voto nel comportamento, con l’assenza o la presenza di debiti formativi nell’ultimo triennio.
Per gli studenti del terzo anno, una corretta attribuzione del credito scolastico è particolarmente importante perché è proprio a partire da quell’anno che essi incominciano a costruire il voto finale del diploma con la possibilità di attribuzione della lode. Infatti, il massimo del credito scolastico in ogni anno del secondo biennio e dell’ultimo anno consente agli studenti meritevoli di conseguire il diploma con 100/100 senza il bisogno di punteggi aggiuntivi di bonus e, quindi, di potere avere anche la lode.
In considerazione delle condizioni particolari di questo anno scolastico, il consiglio di classe, se lo studente ha elementi che fanno presagire una carriera scolastica di buon livello, è bene che non precluda la strada per l’eventuale raggiungimento del massimo punteggio del credito scolastico, anche perché nel corso dell’ anno successivo il consiglio di classe nello scrutinio dell’anno scolastico 2020-2021 sarà sempre in tempo per determinare, in positivo o in negativo, il totale del credito degli ultimi tre anni.
È bene, pertanto, che si eviti il rischio di appiattire le valutazioni per timore di assegnare voti più alti di quanto presumibilmente gli alunni avrebbero potuto meritare se avessimo avuto in mano tutti gli elementi che in condizioni ordinarie avremmo certamente avuto.
Ancora una volta, una valutazione non sommativa, non legata strettamente voti numerici, ma formativa, che prenda in considerazione nella sua globalità i progressi dell’alunno potrebbe essere di grande utilità.
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