Niente sconti. A differenza del 2020, quest’anno gli alunni che a giugno avranno delle valutazioni negative potrebbero ripetere l’anno scolastico o, alle superiori, vedersi “congelato” il giudizio in attesa di sanare i cosiddetti debiti. La conferma è arrivata dal ministero dell’Istruzione che nella giornata del 29 marzo ha fatto sapere che “non sono previste ulteriori ordinanze sulla valutazione degli studenti”.
Questo dovrebbe significare, in parole povere, che non assisteremo, come nell’anno passato, alla disapplicazione dei commi 5 e 6 del Regolamento sulla valutazione, che ha di fatto nella scuola secondaria ha evitato bocciature e sospensioni del giudizio, con passaggi automatici, tranne casi eccezionali, all’anno successivo, anche qualora vi fossero medie complessivamente inferiori ai 6 decimi.
Come riferimento, quindi, si rimane fermi a quanto previsto dalle norme vigenti e dalle ultime indicazioni ministeriali. Con la validazione della DaD anche in fase di scrutinio.
A tal proposito, l’Ordinanza ministeriale n. 11 del 16 maggio scorso, che all’art. 4, comma 1, riporta che la valutazione degli alunni è prodotta ai sensi dell’articolo 4, commi 1, 2, 3 e 4 del Regolamento ovvero del DPR 122/2009, avallandone quindi gli stessi crismi della valutazione tradizionale in presenza.
Come farà fede l’integrazione del Contratto collettivo nazionale sulla Didattica digitale integrata, che fa riferimento diretto al Decreto Ministeriale n. 89 del 7 agosto 2020, con il quale vengono esplicitate le modalità da attuare sul fronte delle metodologie e degli strumenti di verifica, oltre che della stessa valutazione, con riferimento diretto alla funzione docimologica ai docenti, che deve a sua volta rispettare i criteri approvati dal Collegio dei Docenti e collocati nel Ptof.
Fermo restando che le attività svolte nell’ambito della digitale integrata dovranno tenere conto di una valutazione di tipo costante, garantendo trasparenza e tempestività.
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