Il massimo risultato con il minimo sforzo. È quello a cui punta l’Unione Sindacale di Base con la proclamazione di uno sciopero degli scrutini ridotta ai minimi termini, l’ora dello scrutinio cui non si intende far parte, ma che per il secondo anno consecutivo rischia di far slittare di qualche giorno il normale svolgimento dei Consigli di Classe di fine anno. Ottenendo, in tal modo, quella cassa di risonanza mediatica che spesso nemmeno gli scioperi dei sindacati maggiori riescono a centrare attraverso gli scioperi per le intere giornate. Poiché la legge in vigore prevede che anche con un solo scioperante i consigli di classe di fine anno vadano rimandati (lo scrutinio si deve svolgere con il numero di docenti cosiddetto `perfetto’), la decisione presa dall’Usb costringerà i dirigenti scolastici a riconvocare in fretta le riunioni e in molti casi a portarle a termine solo alla terza occasione (l’adesione allo sciopero degli scrutini è consentita al massimo per due convocazioni). I lavoratori che si asterranno, nei due giorni consentiti per legge, si vedranno così applicare in busta paga una trattenuta (qualche euro) pari all’effettiva durata dello scrutinio bloccato, senza quindi perdere l’intera giornata.
Secondo Stefano d’Errico, segretario Unicobas, i docenti dovranno aderire allo sciopero perché “ancora una volta, contro la ‘scuola in 3-D’ (Disuguaglianza, Diseducazione e Disoccupazione) voluta dal ministro Gelmini e a difendere la scuola democratica, inclusiva e multiculturale nata dalla Costituzione”.
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