A poco più di un mese e mezzo dal termine delle lezioni i Cobas stanno già scaldando in motori.
Il programma è quello di organizzare un “fine d’anno fortemente movimentato” per protestare contro l’ulteriore taglio di 41mila posti di lavoro nella scuola.
La decisione è stata presa nel corso della Assemblea Nazionale dei Cobas conclusasi proprio in queste ore a Salerno.
La “battaglia” sarà diversamente articolata a livello delle singole regioni in quanto il termine delle lezioni non è uniforme a livello nazionale.
E così docenti ed ATA saranno chiamati dai Cobas a scioperare per l’intera giornata secondo questo calendario :
7-8 giugno nelle regioni Emilia-Romagna, Calabria e nella Provincia di Trento;
10-11 giugno nelle regioni Marche, Puglia e Veneto;
11-12 giugno per le regioni Sardegna e Umbria;
14-15 giugno per tutte le altre regioni e per la Provincia di Bolzano.
L’iniziativa viene annunciata dal portavoce nazionale Piero Bernocchi con toni polemici: “L’intensificazione della lotta passa anche attraverso il recupero di un’arma che ci è stata sottratta grazie al mega-inciucio tra sindacati concertativi (Cgil e Cisl in primis) e governi che produsse la anticostituzionale legge 146/90 antisciopero, denominata anti-Cobas”.
Come è noto, infatti, la legge 146 (sulla quale, per la verità, non risultano pronunciamenti di incostituzionalità da parte della Consulta) prevede che gli scrutini non possano essere bloccati “oltranza”; durante il periodo degli scrutini (come in qualunque altro momento dell’anno scolastico) sono però consentiti scioperi di due giornate consecutive.
Nel comunicato diramato al termine della assemblea nazionale i Cobas sottolineano che “è illegale svolgere scrutini prima della fine dell’anno scolastico così come spostare i calendari degli scrutini per evitare lo sciopero”.
“I Cobas – aggiunge Bernocchi – denunceranno i capi di istituto che lo facessero”.
Ma, in pratica, cosa succederà dopo le due giornate sciopero ?
I Cobas lasciano intravvedere la possibilità che lo sciopero continui ancora:
“Cosa succederà dopo i due giorni di sciopero verrà deciso insieme al movimento dei precari e ai docenti ed Ata che parteciperanno alla lotta, tenendo conto che la prosecuzione dello sciopero comporta una responsabilità individuale che verrà commisurata con il livello di partecipazione e di incidenza dello sciopero”.
Come dire: se in una scuola la maggior parte dei docenti dovesse aderire al blocco degli scrutini l’Amministrazione scolastica potrebbe avere qualche seria difficoltà ad intervenire.
Ma l’ipotesi non sembra molto realistica: all’ultimo sciopero Cgil-Cobas del 12 marzo aveva aderito poco più del 10 per cento del personale ed è davvero difficile che i Cobas da soli riescano ad ottenere una adesione più massiccia.
E poi c’è anche un altro aspetto da non sottovalutare: nella prima settimana di giugno i decreti sugli organici saranno stati già firmati.
Ma forse i Cobas hanno in mente anche altri obiettivi, come per esempio quello di ottenere qualche migliaia di assunzioni in ruolo, assunzioni di cui si inizierà a parlare proprio nel mese di giugno.
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