Una studentessa, dapprima bocciata in quarta superiore, è stata ammessa in quinta dopo l’intervento dei giudici del Tar. La famiglia aveva fatto ricorso al Tribunale Amministrativo, che lo ha accettato. Il motivo? Il Consiglio di Classe avrebbe sbagliato a fare i conti.
La ragazza era stata ammessa con riserva
La vicenda si svolge nelle Marche ed è stata riportata da Il Corriere Adriatico. Al Consiglio di Classe sette avevano votato contro l’ammissione e sette a favore, tra cui il dirigente scolastico il cui giudizio prevale. A settembre il Tar aveva accolto l’istanza cautelare permettendo alla studentessa di accedere alla quinta del liceo linguistico.
Giovedì scorso è stata pubblicata la sentenza che ammette ufficialmente la giovane in quinta superiore. Secondo l’avvocato dell’alunna, il voto del dirigente, che si è espresso a favore dell’ammissione, vale doppio. Per la scuola la decisione era stata presa dalla maggioranza determinata in questo modo: avevano votato per la non ammissione sette docenti, tra cui quelli di matematica e fisica, materie in cui l’alunna non aveva recuperato le carenze per le quali il giudizio di ammissione era stato sospeso in sede di scrutinio finale, e avevano, inoltre, votato per l’ammissione sei docenti, tra cui quello di religione, più il dirigente.
La motivazione del Tar
Il Tar ha accolto il ricorso, condividendo e ritenendo fondato “l’evidente errore in cui sarebbe incorso il consiglio di classe nel calcolo della maggioranza, dal momento che, in caso di parità di voti, avrebbe dovuto prevalere quello del dirigente, con la conseguenza che l’esito avrebbe dovuto essere l’ammissione”.
“Qualora il consiglio di classe sia formato da un numero pari di insegnanti compreso il dirigente, come nella fattispecie, – ha concluso il Tar – in caso di parità, il voto determinante è quello del dirigente, che prevale in ogni caso”.