Massimo Galli, direttore del reparto di Infettivologia dell’ospedale Sacco di Milano, l’aveva detto un paio di settimane fa, commentando il ritorno in classe di tutti gli studenti, con le superiori portate dal 50% al 70% in presenza. “Rischio calcolato? Calcolato male. La curva dei contagi vede una flessione appena accennata, ma temo che avremo presto un segno opposto”. Il giorno dopo la vittoria dello scudetto dell’Inter, l’infettivologo ha detto a Fanpage.it che “se i contagi aumenteranno, cosa che non mi auguro ma temo, andranno ben al di là della festa dello scudetto dell’Inter, e non lo dico perché sono interista”.
Secondo Galli sull’aumento dei contagi ad incidere maggiormente saranno, piuttosto, “le riaperture e le scuole, cose che muovono ogni giorno milioni di persone, non i 30 mila che sono andati in piazza per il discorso scudetto, sbagliando per carità”, sottolineando che per valutare gli eventuali effetti delle riaperture bisognerà attendere.
Secondo l’esperto, per renderci conto del “danno” cagionato dalle riaperture “secondo logica ci vorranno 3-4 settimane, 28 giorni”.
È una previsione, il professor Galli lo ammette. “Potrà anche capitare che in capo a 28 giorni non succeda nulla, e di questo potrò solo compiacermi. Lo spero, ma non lo credo”.
Sulla variante indiana, il primario ha detto, infine, che “si conosce ancora abbastanza poco. Però il dato di fatto è che il primo di marzo sono stati identificati in India 12mila casi, ieri 400mila. Non sembra una presenza indifferente ed inerte, mettiamola così. E di questo dovremmo tenere conto”.
Secondo il fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento, che monitora l’epidemia usando i dati della Protezione Civile, gli assembramenti in piazza Duomo a Milano per festeggiare l’Inter potrebbero invece lasciare un segno nella diffusione del virus: “Sono fenomeni che lasciano tracce“, ha detto il fisico che è anche coordinatore dell’Osservatorio dei dati epidemiologici in collaborazione con l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
“La festa dell’Inter, osserva, ha purtroppo avuto un precedente nella partita Atalanta-Valencia che il 19 febbraio 2020 aveva portato 2.500 spagnoli a San Siro: un evento diventato famoso per essere stato un superdiffusore in quanto, secondo le analisi dell’agenzia di ricerca Intwig, in quell’occasione venne contagiato uno spettatore su cinque”.
“Recentemente in Italia ci sono stati due momenti di apertura: il 7 aprile, quando è ripartita la scuola in presenza dai nidi fino alla prima media, con le altre classi fino alle superiori al 50% in Dad, e il 26 aprile, con l’aumento della Dad al 75%, il passaggio in giallo della maggior parte delle regioni e la riapertura di bar, ristoranti, teatri e cinema. Per Battison è possibile che “verso il 10 maggio si osservi un eventuale effetto di crescita dell’indice di contagio Rt“.
Secondo Battiston, al momento i possibili scenari sono due: nel braccio di ferro fra le vaccinazioni e il virus le prime potrebbero avere la meglio, tanto da controbilanciare le riaperture del 26 aprile e tenere l’Rt sotto uno, oppure il virus potrebbe riprendere ad espandersi e allora la situazione potrebbe diventare difficile. “Una risposta potrà però arrivare solo intorno al 10 maggio”.
Anche Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Cnr, nei giorni scorsi ha fatto sapere, sull’analisi della curva dei contagi da virus SarsCoV2 in Italia, che sarebbe stato opportuno che le riaperture delle scuole si fossero realizzate “a fine maggio“.
In quel periodo, ha detto l’esperto di numeri, avremmo “vaccinato in modo completo, ossia con entrambe le dosi, tutte le persone con 70 anni o più, che corrispondono all’86% della mortalità per Covid-19, salvando così almeno diecimila vite umane”.
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