Didattica

Scuola 4.0, coinvolgere tutti i docenti, non solo alcuni. Cosa comprare? Ultima domanda da porsi: l’ex dirigente Tosolini a Didacta 2023

Si è aperta l’8 marzo, l’edizione 2023 della Fiera Didacta Italia, l’appuntamento fieristico sull’innovazione nel mondo della scuola che ha luogo a Firenze, negli spazi della Fortezza da Basso. La Tecnica della Scuola, presente all’evento, ha avuto modo di incontrare il dirigente scolastico Aluisi Tosolini, ex dirigente scolastico del liceo Bertolucci di Parma e formatore e Enrico Carosio, del comitato tecnico scientifico di Casco.

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Le nuove tecnologie avranno una ripercussione immediata? Come saranno gestite?

Tosolini: “Didacta è una fiera, dove c’è chi vende e chi compra. Ci sono più di due miliardi da spendere in new classrooms e new labs e quindi l’attenzione è su cosa comprare per innovare la scuola. Questa però dovrebbe essere l’ultima domanda da farsi; prima occorre un progetto. Dal punto di vista formale sono stati presentati entro il 28 febbraio. Adesso occorre aspettare la firma dell’accordo tra ministero e singola scuola e poi procedere con la singola spesa. La stessa cosa vale per i divari digitali, ma si tratta di progetti generali. Ci si deve chiedere: che didattica si vuole mettere in campo? Quali sono le idee di scuola che si vogliono mettere in campo? Bisogna capire bene cosa si vuole fare”.

Occorre formare il personale, giusto?

Tosolini: “Questo è l’altro grande tema. Una delle azioni fondamentali di Scuola 4.0 è l’azione di accompagnamento. Cosa si intende per questo? Come far acquisire queste competenze a tutti i docenti? Indire ha una proposta significativa nell’ambito avanguardie educative. Ma mi sembra che la formazione sia messa dopo l’acquisizione. Per la formazione ci sono tante iniziative, messe in campo anche dalla Tecnica della Scuola. Tutte le scuole hanno ricevuto da poco duemila euro per la formazione. Corriamo il rischio di avere tra tre anni pacchi di tecnologia di cui non sappiamo cosa fare. Bisogna considerare anche l’accompagnamento affinché queste tecnologie non invecchino in breve tempo. I fondi che stanno arrivando alle scuole non sono un regalo dell’Unione Europea ma sono un debito degli studenti di oggi. Stiamo facendo un ottimo lavoro per loro?”.

Quali rischi e difficoltà se non si fa una buona progettazione?

Tosolini: “Ci sono più di due miliardi di euro da spendere entro dicembre 2024. A questi si aggiungono fondi precedenti. Ci vuole una responsabilità etica di fronte a tutto ciò”.

Cosa consigliare adesso allo staff dei dirigenti scolastici?

Tosolini: “Va attesa la firma dell’atto di autorizzazione alla spesa. Poi bisogna iniziare a fare una serie di progettazione rispettando il codice degli appalti pubblici. Ma bisogna capire: che didattica intendo realizzare in una specifica scuola, con dei specifici studenti e docenti. Fare in modo che non vengano coinvolti solo alcuni docenti, una punta di diamante, ma tutti devono diventare capaci di innovazione in ambienti didattici digitali. Non ha senso acquistare una Ferrari se non si sa usare”.

La Ferrari ha bisogno di un meccanico e in tagliando..

Carosio: “Sì, diamo sempre assistenza ai docenti e cerchiamo di seguirli e monitorare i gruppi di lavoro. Anche perché le tecnologie diventano presto obsolete”.

Come convincere le scuole a fare questo tagliando?

Carosio: “Occorre darsi dei pitstop: bisogna che la scuola si dia intenzionalmente dei momenti di confronto, di riflessione, sugli obiettivi, su ciò che si ha a disposizione, sulla propria vision. Questo pitstop però molte scuole lo vedono come una perdita di tempo”.

Di cosa vi occupate e qual è il vostro supporto alle scuole?

Carosio: “Accompagniamo le persone a mettere a terra questo tipo di progetti. Il tema della competenza è imprescindibile. La differenza tra qualcuno competente e qualcuno mediocre è l’intenzionalità: invece di partire dal ‘cosa’, partire dal ‘perché’. Questo è il nostro approccio. Ci chiediamo: che senso ha usare nuovi strumenti? Detto questo ci sono tanti strumenti e tante opzioni da mettere in campo. Le variabili sono diverse. Ma se non partiamo dall’etica della scelta rischiamo di perdere una grandissima opportunità”.

Ci sono già scuole all’avanguardia?

Carosio: “Qualcuna sì, ma non sono moltissime. La cultura della progettazione in alcune delle scuole, la maggior parte, incontra una certa resistenza”.

E nelle scuole del Sud cosa si può fare con i fondi del Pnrr?

Carosio: “Le strumentazioni tecnologiche possono attivare delle didattiche partecipative, coinvolgenti, sui quali i ragazzi possono mettersi alla prova. La didattica attiva è uno degli strumenti più potenti per dare spazio ai ragazzi rispetto alla didattica tradizionale. L’acquisto delle tecnologie è un’occasione enorme da questo punto di vista”.

Cosa farebbe lei in prima persona in un collegio docenti ad hoc?

Tosolini: “Le scuole hanno ricevuto anche molti fondi legati alla dispersione. Questi devono integrarsi con il Piano Scuola 4.0. Una scuola del Sud dovrebbe chiedersi: ciò che viene comprato potrà essere usato dal territorio? Può favorire la formazione dei cittadini digitali? La scuola è un edificio pubblico che viene sottoutilizzato che dovrebbe diventare il luogo della formazione alla cittadinanza a prescindere dall’età. In questi giorni si parla di Chat Gpt, molte scuole vogliono vietarlo: è come se avessimo vietato la penna bic o la stampa quando è stata inventata. Bisogna rovesciare il paradigma: i docenti sono stati capaci di portare avanti la scuola dopo il Covid, ora bisogna fare un passo successivo”.

Quanto è importante coinvolgere le famiglie?

Carosio: “Molto, spesso non è stato fatto. Spesso manca nei docenti la capacità comunicativa. I genitori a volte non hanno contezza di ciò che succede a scuola. Ognuno dovrebbe essere protagonista secondo la sua funzione. Invito le scuole a ripensarsi: cosa facciamo? Cosa facciamo per i ragazzi e per le famiglie?”.

Un docente poco digitalizzato e pratico con le tecnologie: come coinvolgerlo?

Carosio: “Risulta importante far fare un’esperienza nuova in una logica di accoglienza senza far scattare un sentimento di inadeguatezza. Non una formazione intesa come un corso. Per crescere occorre creare le condizioni. La dimensione emotiva è centrale”.

Tosolini: “Non bisogna fare percorso di formazione teorico ma esperienziale, imparando facendo. Solo così saprà dove mettere le mani”.

La Tecnica della Scuola presente a Didacta

La Tecnica della Scuola, attiva nel campo dell’informazione scolastica da oltre 70 anni, dopo il successo di Fiera Didacta Sicilia, è presente per la prima volta alla Fiera Didacta Italia allo stand C27 (padiglione Cavaniglia), nella sezione dedicata all’editoria e alla stampa di settore.

L’obiettivo è quello di riflettere sulle novità relative alla formazione dei docenti e degli studenti come l’Intelligenza Artificiale, Chat Gpt, il Metaverso, le materie Stem, Scuola 4.0 e la Robotica Educativa: insomma, tutti elementi della scuola del futuro.

Per chi si registrerà presso il nostro stand, saranno subito disponibili in omaggio il corso online di sei ore “Strategie educative efficaci per l’insegnante di oggi”, tenuto dal formatore Giovanni Morello, e una pratica shopper in cotone!

Le attività della Tecnica della Scuola a Fiera Didacta Italia, in duplice qualità di testata giornalistica e di ente di formazione accreditato dal Mim, sono molteplici, da interviste itineranti a momenti di approfondimento con formatori ed esperti sui temi più disparati.

Laura Bombaci

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