Il mondo della scuola è in profonda mutazione, con il digitale che è entrato prepotentemente nella quotidianità dei processi della didattica che consente agli istituti di vario grado e alle persone coinvolte (dirigenti, docenti, alunni, famiglie.) di portare avanti le rispettive attività e collaborare tra di loro con strumenti nuovi e innovativi.
Il Piano scuola 4.0 è presente anche nel PNRR ed affronta l’evoluzione della scuola a 360 gradi, non solo l’utilizzo delle nuove tecnologie ma anche quello ad esempio degli spazi di apprendimento, le professioni del futuro, il cambiamento dei processi, la formazione.
Uno degli asset portanti del percorso che dovrà rivoluzionare il mondo scolastico parte proprio dalla nuova modalità formativa, con la creazione di ambienti ibridi, un mix tra fisico e virtuale, con il supporto dell’innovazione tecnologica.
Si è parlato di tutto questo all’evento organizzato dalla Soiel, una web conference svolta il 18 maggio dove si sono affrontate queste tematiche con l’obiettivo di delineare una roadmap del percorso, a che punto siamo e dove potremo arrivare in questa rivoluzione digitale del contesto didattico.
Parlare di evoluzione della scuola, come detto, non può essere un tema trattato analizzando solo gli aspetti meramente tecnologici, importanti si perché leva essenziale del rinnovamento scolastico, ma il tema va affrontato su più livelli: processivo, ambientale, tecnologico, social ed etico.
Nel convegno si è parlato di casi concreti, progetti avviati che rappresentano casi d’uso, best pratictes da estendere ad altri istituti, ma anche delle professioni in gioco nel futuro della scuola digitale, in sostanza gli impatti della scuola per la professionalità del futuro richieste dal mercato del lavoro. Su questo aspetto la scuola ha un ruolo cardine per l’occupazione dei prossimi anni. Se sarà in grado di formare e mettere a disposizione dei ragazzi le skills giuste richieste per le nuove professioni, darà un contributo essenziale alla lotta contro la disoccupazione nel nostro Paese. Per questo motivo il percorso di rivoluzione digitale nella sfera più ampia della scuola 4.0 è fondamentale e va supportata dalle politiche nazionali sul tema. Ma non solo occupazione: la scuola svolge un ruolo essenziale anche per formare i ragazzi di oggi a diventare cittadini attivi consapevoli e digitali del futuro. A livello di UE esiste un piano di formazione 2021-2027 “strettamente collegato alle priorità e progetti di macro-livello dell’Unione, fra cui le iniziative per un’Europa pronta all’età della digitalizzazione e il Next Generation EU” (fonte Soiel).
Altro tema trattato nella web conference è quello relativo all’apprendimento immersivo, un metodo di studio nuovo e possibile proprio grazie alle nuove tecnologie. Si tratta in sostanza di un apprendimento chiamato anche game based learning che prevede l’utilizzo del videogioco come ambiente di apprendimento. L’Italia rispetto ad altri Paese europei è ancora dietro rispetto l’utilizzo di questo approccio, va quindi supportata e aiutata questa evoluzione didattica con adeguata formazione ai docenti per la “conduzione delle attività negli ambienti digitali sia nella rilettura critica di tali esperienze”.
Come già accennato, ulteriore aspetto di analisi e riflessione è quello relativo alla rivisitazione degli ambienti di apprendimento. Le aule e gli spazi delle scuole vanno rivisti e riprogettati. Il complesso scolastico deve diventare un centro civico, un punto di incontro del quartiere dove svolgere attività anche fuori dall’orario scolastico con spazi interni multimediali e ibridi, spazi esterni per attività sportive e didattica all’aperto. Ogni spazio deve essere studiato per raggiungere “elevati livelli di funzionalità, comfort e benessere” cercando il giusto compromesso tra tecnologia ed estetica, efficienza energetica e sostenibilità ambientale.
Trasversale a tutti questi aspetti deve esserci la formazione per portare la competenza al personale docente e degli studenti, la consapevolezza dei benefici portati dall’introduzione di queste nuove tecnologie, la rivisitazione dei processi all’interno delle organizzazioni scolastiche.
La scuola 4.0 non è solo materia di ingegneri ed esperti di tecnologia ma serve un tavolo multidisciplinare che coinvolge architetti, esperti di ambiente, sociologi, psicologi.
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