Insegnare all’aperto, una pratica che potrebbe prendere sempre più piede grazie al Pnrr e all’esempio di alcune scuole come la primaria ‘Italo Calvino’ di Catania che da cinque anni adotta la “outdoor education”.
Superare il concetto di aule chiuse e sviluppare quello di stare all’aperto, in mezzo al verde e alla natura. “La nostra è una filosofia nuova che riscuote sempre più successo – spiega il dirigente scolastico Salvatore Impellizzeri alla Tecnica della Scuola – utilizziamo circa la metà delle 27 ore settimanali dei bambini facendo lezione all’aperto. Il Wwf ci ha premiato donandoci un’Aula Natura come simbolo dell’attività didattica all’aperto”. Un’iniziativa che piace molto alla sottosegretaria all’istruzione Barbara Floridia che venerdì 25 febbraio sarà all’istituto Calvino per visitare sia l’Aula Natura che tutta la realtà al momento unica in Sicilia. Saranno i bambini stessi che faranno vedere alla sottosegretaria le esperienze che si fanno in Aula Natura.
Un progetto spinto anche dal Pon che finanzia circa 25mila euro per le scuole primarie (molto di più alle secondarie). Ci sono però anche una formazione dei docenti e un piano didattico che vengono attuati, nulla è improvvisato, spiega sempre il dirigente. “Ci siamo trovati preparati all’arrivo del Covid e in due anni non abbiamo registrato neanche un caso di contagio in tutte le classi che erano impegnate nell’attività all’aperto” conclude Impellizzeri.
A raccontare quest’attività è anche chi la svolge direttamente. La docente Sabrina Grasso guida le sue classi in queste esperienze e vede i propri alunni felici e soddisfatti. “Svolgiamo attività diverse, ci spostiamo dall’Aula Natura al Parco Gioeni, fino a Wonderlad e agli orti – ci confida la docente – i bambini si arrampicano sugli alberi, si stendono a terra con i teli, si sporcano le mani e creano, trasformando le lezioni da sola teoria a pratica. Vedono il dentro e fuori come un’unica classe. Sono felici e attraverso l’esplorazione e le domande che ci pongono arrivano al concetto. L’obiettivo è allontanarli dall’uso continuo del digitale e sensibilizzare l’alunno all’economia circolare. Non a caso ogni scarto viene riutilizzato per l’attività didattica e insegniamo ai nostri alunni a diventare pian piano autonomi”.
E i genitori come hanno accolto questa “novità”? “Benissimo – spiega ancora la maestra Grasso – sono loro stessi a sceglierci come scuola, spesso preferendoci a istituti più vicini a casa, proprio per l’educazione che daremo ai figli. E a chi avanza qualche preoccupazione sullo sviluppo dei programmi, rispondiamo che li raggiungiamo ogni anno e i nostri alunni hanno superato pienamente le prove Invalsi lo scorso maggio”.
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