In principio furono le aste, tracciate minuziosamente col pennino intinto nell’inchiostro su quaderni dalla copertina monocromatica, propedeutiche alla calligrafia in corsivo e a stampatello. Arrivò poi il tempo in cui spopolavano i campioni delle date, delle formule, delle capitali italiane-europee-extraeuropee e delle poesie a memoria. Nasceva così la trista assonanza memoria=cultura. Era l’era dei “secchioni”, persone con un’intelligenza limitata, un fondoschiena a forma di sedia di scrivania e una memoria di ferro: in sintesi, una sfilza di date e dati, e zero comprensione.
Aveva ragione Aristotele, e dopo la tesi del trionfo dello studio mnemonico, arrivò l’antitesi dell’inutilità dello studio. Oggi dilaga l’incultura dell’assenza dello studio, in particolare dello studio individuale a casa. Dal 6 politico del Sessantotto si è passati al 10 politico o familistico, nel senso che l’albero genealogico dovrebbe determinare la valutazione del lavoro scolastico delle alunne e degli alunni del Terzo Millennio. Alla faccia della docimologia…
La promozione regalata, pretesa da genitori contagiati dalla “Sindrome rondine” nel rispetto della devastante normativa scolastica vigente, è ormai la regola, mentre la bocciatura, come prescritto da una recente sentenza, un evento eccezionale. Colpisce l’incoerenza di professoresse e professori, maestre e maestre, paladini della “lamentocrazia” sulla mancanza di impegno in classe e di applicazione a casa da parte di un’elevata falange di studenti da settembre a maggio, e campioni della redenzione taumaturgica di quegli stessi alunni nella novena di Santa Fine d’Anno. Annunciamo, pertanto, la morte dello studio individuale a casa, dalle Elementari all’Università.
Meglio dedicare tutti i pomeriggi alla play station, a calcio-nuoto-basket-danza totalizzanti et similia, ai gruppi WhatsApp e agli altri social. Impressiona il numero sterminato di eccellenze sprecate che affollano quotidianamente le aule delle Scuole d’Italia. I rimedi? Pochi, semplici e a costo zero nella prima fase; duraturi, articolati e con investimenti largamente inferiori agli sprechi quotidiani da parte di amministratori pubblici impreparati o incapaci o disonesti, nella seconda fase.
In primis chi non studia deve essere obbligato a seguire corsi di recupero e, se non frequenta e/o non studia, verrà bocciato; chi si comporta in modo scorretto o aggressivo o violento, privando la classe nella quale è inserito del diritto allo studio, sarà sospeso o espulso dalla Scuola. Gli appartenenti ad entrambe le tipologie, nella seconda fase, dovranno essere affidati ai servizi sociali (irrobustiti da numerose assunzioni in tutti i comuni d’Italia) unitamente ai genitori, al fine di porre in essere un adeguato intervento di recupero dei principi della civile convivenza e dell’adempimento dei doveri, che verrà attestato da concreti cambiamenti di atteggiamento nel comportamento e nello studio.
Come accade frequentemente in Italia, anche per le problematiche scolastiche si potrebbe applicare il “Principio del far niente”. I costi educativi, formativi, sociali ed economici ricadrebbero sulla destra di Berlusconi-Salvini-Meloni, che ha distrutto la Scuola Pubblica con classi-pollaio e taglio di scuole-ore di lezione-docenti-Ata; in egual misura, sui “buonisti” Renzi-Gentiloni-Zingaretti, colpevoli di non aver cancellato le normative scolastiche aziendalistiche, approvato leggi per l’impunità e la promozione erga omnes, e addirittura riesumato i giudizi alle Elementari. Intanto, non ci resta che annunciare la morte dello studio individuale a casa. Una prece…
Antonio Deiara
"Nelle more dell’emissione della nota M.I.M. sui termini, modalità e presentazione delle domande, da parte…
Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, una settantina di studenti di tre…
L’insegnante e scrittore Christian Raimo ripercorre con ‘La Tecnica della Scuola’ i motivi che hanno…
La rivista online La Scuola Oggi ha organizzato un dibattito pubblico sul tema “Aggressioni in…
In occasione della Giornata della Sicurezza nelle Scuole, il Ministero dell’Istruzione e del Merito d’intesa…
Nelle scuole della provincia autonoma di Trento sta per arrivare una grande novità: come annunciato…