Gentile Ministra,
porgo alla sua attenzione ed a quella di tutto il personale della scuola, una questione che sta assumendo le fattezze da “mercanti nel Tempio”.
Da diverso tempo mi capita di assistere a episodi, che ritengo siano da allontanare da quelle che sono le attività da svolgere all’interno della comunità scolastica. Mi riferisco alle varie iniziative di beneficenza che attraverso enti o associazioni chiedono soldi agli alunni (quindi alle famiglie), nelle forme più disparate (vendita di prodotti, ecc).
Le seguenti proposte indipendentemente dalla finalità della singola associazione, ed anche riconoscendo a ognuna di esse uno scopo benefico (senza voler entrare nei bilanci delle associazioni, se trasparenti o meno) sono dal mio punto di vista impropri all’interno del vivere la scuola.
Lo scolaro che sceglie, di sostenere una causa, associazione o ente deve essere coinvolto da un senso di partecipazione. Queste iniziative benefiche e di volontariato sono da favorire certamente, nei modi che assicurano la partecipazione del personale della scuola e degli alunni, quindi nelle forme che vertono alla finalità educativa con un progetto che porterà i suoi frutti nel tempo.
Intelligenti pauca…
Nel ringraziarla per la sua attenzione che dimostra verso il mondo della scuola, i migliori auguri di buon lavoro.
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