Scuola, continuano i comportamenti vessatori verso gli “inidonei”
Il 20 dicembre 2013 era e doveva essere l’ultima data per esperire la visita medica collegiale come prevista ai sensi del D.L. 104/2013 come successivamente convertito in legge, per verificare se il personale già precedentemente dichiarato in via permanente inidoneo fosse ancora in tale stato. Una procedura che da un lato metteva in discussione l’operato pregresso delle medesime commissioni mediche, perché di inidoneità permanente si trattava e che poteva essere rivista solo su richiesta avanzata da parte del lavoratore, e dall’altro ha creato un caos che ha comportato in sostanza uno slittamento illegittimo ed illegale delle convocazioni finalizzate alla realizzazione di queste visite. Illegali ed illegittime perché il termine del 20 dicembre 2013 era perentorio, mica ordinatorio. Ma è notizia di questi giorni che a diversi docenti inidonei arrivano le convocazioni per l’accertamento dello stato di inidoneità.
Ricorrono, i dirigenti scolastici, al decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 12.02.2004 per raggirare la violazione del termine come normato nel D.L. 104/2013, oppure semplicemente richiamano il D.L. 104/2013. Lo spirito ed il senso di quella norma (D.L. 104 2013 Articolo 15 commi 4 e seguenti) era quello di concludere le visite entro la fine del 2013, prima dell’avvio delle vacanze natalizie, ma ciò non è accaduto e nessuna proroga dei termini è avvenuta. Ed allora perché questo accanimento nei confronti del personale docente idoneo ad altri compiti? Perché sperperare altri soldi pubblici per visite inutili che confermeranno ciò che non possono che confermare? Si vocifera che ciò accade come operazione punitiva poiché i docenti interessati non hanno compilato i modelli A o B, ovvero non hanno chiesto il passaggio volontario al profilo Ata o perché non hanno chiesto di essere sottoposti alla mobilità intercompartimentale, pur ben ribadendo che fino al 2015/2016 continueranno a prestare le mansioni che fino ad oggi sono state prestate, anche se ancora con orario peggiorativo rispetto al personale docente, ovvero di 36 ore.
Scrivo ciò, per l’ennesima volta, perché questi lavoratori rientrano giuridicamente ancora nella qualifica di docente, e non Ata. Ma come si può chiedere ad un lavoratore di produrre una domanda di mobilità volontaria intercompartimentale senza che questo sappia in quale Amministrazione potrà operare? In quale profilo? In quale città? E senza sapere quanti posti vi saranno a disposizione? È una domanda viziata sin dall’inizio ed illegittima.
I lavoratori idonei ad altri compiti possono non compilare né il modello A né il modello B di cui al D.L. 104/2013, semplicemente perché questa materia è contrattuale, perché il Ccnl del 2008 integrativo della scuola è vigente e si applica ancora a loro, e semplicemente perché nessuna sanzione è prevista e può essere prevista nel caso di mancata compilazione dei detti modelli. Non si può chiedere ai lavoratori inidonei di fare un salto nel buio. È l’ennesima situazione vergognosa, che crea panico, tensione e peggiora lo stato di salute di persone già colpite da varie patologie. Che il Ministero intervenga una volta per tutte e fermi questa vergognosa situazione. Basta accanimenti nei confronti delle persone malate, è anche un loro diritto poter lavorare e lavorare serenamente. Cosa vuole il Miur che si proceda con centinaia di cause per azioni vessatorie? Che si coinvolga la Corte Europea per i diritti umani? È a questo che dobbiamo arrivare? All’ennesima condanna per l’Italia in tema di diritti umani?.