L’iniziativa promossa dalla Lega, che come riporta l’Espresso verrà attuata a settembre, sta facendo infuriare i medici. Si tratta dell’introduzione a scuola di contenuti formativi che insegnino agli alunni la cultura del vino e dell’olio. Ma andiamo con ordine.
Lo scorso aprile, a Verona, il Sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, il Sottosegretario alla Cultura, Lucia Borgonzoni, il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Gian Marco Centinaio, e il Presidente dell’AIS, Antonello Maietta, hanno firmato un Protocollo d’intesa triennale finalizzato a promuovere, tra le studentesse e gli studenti del primo e del secondo ciclo d’istruzione, i temi della Giornata Nazionale della cultura del Vino e dell’Olio e a costruire percorsi formativi dedicati alla conoscenza delle tradizioni enologiche e olearie.
Secondo un articolo pubblicato oggi da L’Espresso, alcuni medici, di fronte a tutto ciò, sarebbero insorti. Per loro non è assolutamente edificante parlare con un’accezione positiva di vino, quindi alcol, a scuola. Ciò potrebbe indurre i giovanissimi a consumarlo, con gravi conseguenze a livello di salute.
“Siamo alla follia”, afferma duramente il dottor Gianni Testino, presidente della Società Italiana di Alcologia. “L’alcol aumenta il rischio di tumore. Una scuola che ne fornisce elementi positivi è antiscientifica e antietica. Non esiste il consumo consapevole di un cancerogeno. Insegnare il ‘bere moderato’ è un regalo alla lobby dei produttori”.
Ad allarmarsi anche il professore Emanuele Scafato, vicepresidente di Eufas, Federazione europea delle società sulle dipendenze. “Gli interessi commerciali devono essere tenuti distanti quando si ha a che fare con la salute pubblica. Nelle scuole si deve insegnare perché bere fa male, altrimenti si fa disinformazione”.
A pensarla in maniera opposta sono i fautori della proposta, tra cui Rossano Sasso, attuale Sottosegretario all’Istruzione. Quest’ultimo si è spesso augurato di poter instillare la cultura del “buon bere” fin dalla giovane età e ha parlato della possibilità di offrire “opportunità occupazionali” grazie a questa iniziativa.
Come riporta L’Espresso per Gian Marco Centinaio (Politiche Agricole) l’iniziativa promuove “il nostro patrimonio culturale”, mentre per Lucia Borgonzoni (Cultura) fa conoscere ai giovani “le buone abitudini alimentari della dieta mediterranea”.
Pareri a favore anche da parte di Federvini, che parla di “arma efficace per contrastare e prevenire i fenomeni di abuso”, e di Assoenologi: “Se i giovani si avvicinano al vino con lo spettro che fa male, il nostro patrimonio va a farsi friggere”.
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