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Scuola d’infanzia pubblica negata, referendum a Bologna

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Quella dell’esclusione dei bambini dai nidi è una “macchia” che l’Italia non riesce proprio ad eliminare: in media accedono all’accoglienza comunale o statale meno del 15 per cento di nostri bambini fino a tre anni. Per loro spesso le famiglie devono ricorrere ai nonni (soprattutto al sud) o a centri di accoglienza alternativi o a baby sitter (soprattutto al centro-nord). Dopo, per quanto riguarda la scuola d’infanzia, le cose vanno decisamente meglio. Ma non sempre. Nei grandi centri, ad esempio, spesso molte famiglie rimangono in lista di attesa. E non sempre riescono a trovare una soluzione durante l’anno.
Questa situazione sembra prefigurarsi quest’anno a Bologna, dove con ogni probabilità l’anno educativo 2012-2013 prenderà il via con diversi bambini rimasti fuori dalla scuola dell’infanzia pubblica: secondo i dati forniti dal “Nuovo Comitato Articolo 33”, a giugno ben 326 bambini risultavano esclusi dalla graduatoria per la scuola dell’infanzia pubblica; così quasi tutti questi genitori si sono ritrovati ad iscrivere i propri figli in una scuola di cui non condividono il progetto educativo (nel 99% dei casi confessionale). La portavoce Francesca De Benedetti spiega che rivolgendosi ad un istituto privato, in prevalenza di ordine religioso, sono stati costretti “a rinunciare al diritto costituzionale di una scuola pubblica, laica, gratuita. Quella scuola inclusiva di tutti che sta nel patto costituente”.
Il Nuovo Comitato Articolo 33 ricorda invece “al Comune che la scuola pubblica è un diritto e perciò deve essere una priorità: è un diritto – continua la portavoce – di cui non dimenticarsi e per il quale agire con lungimiranza. Invece ciò che manca è una strategia complessiva di investimenti, che porti a garantire la piena autosufficienza scolastica delle strutture pubbliche. Per quanto tempo ancora i diritti costituzionali dei bambini saranno dimenticati?”.
Per cercare di rendere ancora più forte questo concetto, il comitato laico ha deciso di avviare un referendum cittadino: in questo modo “la parola verrà restituita ai cittadini e a loro spetterà reindirizzare la bussola della politica nella direzione della scuola pubblica.  La politica deve investire con lungimiranza nella scuola pubblica, la politica non può mettere in secondo piano i diritti”.
Questo il testo del quesito cui i cittadini bolognesi saranno nei prossimi giorni inviati a rispondere:
Quale fra le seguenti proposte di utilizzo delle risorse finanziarie comunali che vengono erogate secondo il vigente sistema delle convenzioni con le scuole d’infanzia paritarie a gestione privata ritieni più idonea per assicurare il diritto all’istruzione delle bambine e dei bambini che domandano di accedere alla scuola dell’infanzia ?
a) utilizzarle per le scuole comunali e statali
b) utilizzarle per le scuole paritarie private