Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha annunciato il Piano Scuola d’Estate 2021, un progetto fortemente voluto anche dal suo predecessore, l’on. Lucia Azzolina. Si tratta di una serie di attività, suddivise in tre fasi, tutte orientate al recupero degli apprendimenti e nel contempo della socializzazione.
Il progetto è stato finanziato con 510 milioni di euro ed ha come obiettivo principale quello del potenziamento disciplinare, con un occhio di riguardo alla socializzazione.
A livello formale, l’attività è stata introdotta con la Nota 643 del 27 aprile attraverso la quale il ministro ha fornito le prime indicazioni operative per l’organizzazione della progettualità educativa scolastica nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre: sulla base di queste indicazioni, gli istituti resteranno aperti, subito dopo la fine delle lezioni, come da calendario, con attività laboratoriali, sportive, musicali, legate al territorio e all’ambiente. Alle iniziative potranno partecipare, in maniera volontaria, studenti e docenti.
Su questo argomento, La Tecnica della Scuola ha predisposto un sondaggio ha raccolto il punto di vista dei suoi lettori, proprio rispetto alle proposte e alla strategia intrapresa dal ministero dell’Istruzione.
Al sondaggio hanno partecipato 4.447 lettori, suddivisi tra docenti (67.1%), genitori (22.9 %), studenti (7.8%) e personale Ata (1.5%).
Dai risultati è possibile notare che la triade docenti-genitori-studenti è in larga parte disinteressata a prendere parte al piano. Più di tutti ha detto di non volerne essere coinvolta la categoria degli insegnanti: addirittura l’87,7% dei docenti ha detto di non volere partecipare alle attività, contro appena il 7.5% dei Sì. Con un 5% che si è dichiarato incerto.
La fascia che riguarda i genitori, invece, anche se lievemente, risulta più interessata ad aderire al progetto: il 23.3%, uno su quattro, sembrerebbe orientato a far frequentare le attività estive organizzate nelle scuole. Fatto che potrebbe essere collegato al grado di scuola, in quanto i genitori che hanno figli che frequentano la scuola primaria, potrebbero avere maggiore interesse al progetto, come valida alternativa ai corsi estivi a pagamento.
Per ultimo, anche gli studenti, per la maggior parte di scuola superiore di secondo grado, hanno espresso fortemente il loro dissenso, facendo registrare una percentuale pari all’81.2% di posizioni contrarie.
Anche sulla base delle lettere e delle testimonianze ricevute dalla redazione, è probabile che le motivazioni principali che hanno portato a un risultato di sostanziale rifiuto del progetto Scuola d’estate, sia legato alla forte stanchezza dei vari “attori” della scuola, causata soprattutto dal lungo periodo di DaD e dalle varie quarantene fiduciarie collegate a un alunno o a un docente positivo.
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Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 28/4/2021 al 30/4/2021. Hanno partecipato 4.447 soggetti. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.