Si stanno delineando le modalità di attuazione del Piano Estate: dopo che le scuole, nei prossimi giorni, avranno presentato la propria candidatura per avere accesso ai finanziamenti in modo semplificato, è ormai assodato che il progetto si svilupperà su tre fasi, partire dal quella di “rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e relazionali e si realizzerà nel mese di giugno”. Ma chi condurrà queste attività? Premesso che non vi sarà alcun obbligo per il personale docente e anche per gli Ata, si fa sempre più probabile l’impiego di operatori esterni. Soprattutto di lavoratori del “terzo settore”, operanti quasi sempre all’interno di strutture e cooperative che offrono maggiori garanzie sulla valenza del servizio prodotto.
Prima di loro, tuttavia, potrebbero essere “ripescati” i supplenti: parliamo dei docenti e Ata che hanno sottoscritto contratti a tempo determinato.
Si tratta in prevalenza di giovani, spesso laureati, con legami familiari meno pressanti e maggiore disponibilità di tempo, oltre che flessibilità nello spostarsi di sede.
Fra loro potrebbero esserci anche i cosiddetti docenti-Ata Covid: quei 75mila – due terzi dei quali collaboratori scolastici – che quest’anno il governo Conte bis ha messo a disposizione degli istituti per fronteggiare meglio le necessità e i rischi derivanti dalla pandemia.
Si tratta degli stessi docenti-Ata Covid che in questi giorni sono costretti a fruire dei due giorni e mezzo di ferie di cui sono venuti in possesso. E che il giorno dopo l’ultimo giorno di scuola verranno licenziati.
Viene da chiedersi se, invece, non fosse stato il caso di mantenerli in servizio: parliamo, infatti, di personale che già ha cognizione del contesto scolastico dove si andrà ad operare d’estate.
In più di un’occasione, i sindacati hanno chiesto di poterli lasciare in servizio almeno fino al 30 giugno, meglio ancora sino al 31 agosto prossimo. Invece, l’amministrazione è stata irremovibile, anche perché sarebbero serviti circa 350 milioni di euro, ovvero quasi tre mensilità in più da assegnare ad ognuno dei 75mila docenti e Ata cosiddetti Covid.
A denunciare la loro estromissione dalle scuole, in un periodo durante il quale sarebbe probabilmente servita ancora di più la loro presenza, sono anche alcuni esponenti politici.
Secondo Carmela Ella Bucalo e Paola Frassinetti, deputati di Fratelli d’Italia, “analizzando i posti di organico Ata, i numeri sono uguali a quelli pre-pandemia. Ma come si fa non capire quanto sia importante potenziare l’organico di questa categoria per garantire una ripresa efficiente ed in sicurezza delle scuole?”.
Secondo Bucalo e Frassinetti, “il ‘Piano Estate’ per la scuola rischia di rivelarsi un flop proprio perché organicamente non commisurato all’impegno che prevede. E l’allarme arriva proprio dai dirigenti scolastici, in sofferenza per la carenza di personale amministrativo, specie al sud. Si continua a parlare e non ad agire”.
Nei giorni scorsi anche Bianca Laura Granato, ex M5s e ora senatrice del Gruppo L’Alternativa c’è, ha detto che il Piano Estate è un flop annunciato, perché “voluto da venditori di patacche”.
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