Attualità

Scuola d’estate, i docenti non ci stanno: fondi insufficienti e scarsa progettualità

Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha promosso anche quest’anno il Piano Estate. Quest’ultimo prevede l’apertura delle scuole, viste come luogo di aggregazione e socialità, anche durante la bella stagione. Purtroppo però, come denunciano sindacati, presidi e docenti, le intenzioni del Ministro sono difficilmente attuabili a causa di numerose questioni.

Come riporta il FattoQuotidiano.it, il progetto della “scuola d’estate” non sarebbe così gradito da parte dei docenti di ruolo, che a quanto pare lo starebbero snobbando. Tutto finirebbe così per essere gestito da giovani docenti precari, spesso non qualificati. Inoltre, in molti casi c’è scarsa progettualità e l’iniziativa finisce per essere affidata a privati. Infine, cosa ancora più grave, spesso non ci sono abbastanza fondi per attuare nel concreto il progetto.

I numeri del Piano Estate

Secondo i dati forniti dal Ministero sono 57 mila i progetti che vedranno la luce quest’estate, distribuiti in 3.119 scuole. Il problema però è che altri 1.881 istituti disposti a mettere in pratica il Piano Estate non riceveranno finanziamenti e saranno così costretti a rinunciarvi o ad attingere a fondi destinati inizialmente ad altro. Purtroppo la storia si ripete: anche l’anno scorso molte scuole hanno avuto problemi di questo tipo. Su 5.888 istituti che hanno fatto richiesta per avere i finanziamenti del bando Pon (320 milioni di risorse europee), 1.941 non hanno percepito nulla, finendo per servirsi dei circa 20 mila euro distribuiti alle varie realtà scolastiche attraverso un decreto ministeriale.

La rabbia dei sindacati

Il Piano Estate fortemente voluto da Bianchi al momento è aspramente criticato dai portavoce dei vari sindacati. Pino Turi, segretario di Uil Scuola, è molto duro: “Parliamoci chiaro: quella che si fa non è scuola ma assistenza. Stiamo trasferendo risorse dal pubblico al privato con un surplus di lavoro delle segreterie”. Anche Manuela Calza della Flc Cgil è sulla stessa linea: “Buone intenzioni e tanta retorica sulla carta ma pochi interventi concreti. Mancano finanziamenti aggiuntivi e c’è la tendenza a delegare il piano fuori dalla scuola pur di farlo. C’è il rischio di privatizzare l’offerta formativa”, afferma.

Il segretario nazionale della Flc Francesco Sinopoli si pone dal punto di vista dei docenti: “Di fronte alle scelte di questo Governo sulla scuola, scema anche la motivazione dei docenti a dare il proprio contributo in iniziative come questa”.

Ivana Barbacci, segretaria generale della Cisl Scuola, denuncia la mancanza di progettualità del Piano Estate, che secondo lei non dovrebbe essere compito di docenti e dirigenti: “Molte scuole lamentano il fatto di avere le risorse assegnate sulla carta ma non averle in cassa. Inoltre non basta dire che le aule sono aperte d’estate: serve una progettualità che non può essere chiesta alle scuole nel giro di poco tempo. Al ministero ancora non hanno compreso che non possono far cadere questi progetti sulle teste dei presidi e dei docenti come fossero adempimenti”.

Lo sfogo dei dirigenti scolastici

Ad esprimere il dissenso dei dirigenti scolastici a riguardo è il presidente dell’Associazione nazionale presidiAntonello Giannelli, che si concentra sul versante economico: “Le risorse per il Piano estate arrivano dai Pon ma spesso le segreterie non sono esperte e le rendicontazioni sono troppo onerose”.

Alfonso D’Ambrosio, dirigente del comprensivo di Lozzo Atestino, denuncia il divario esistente tra diversi istituti: “Pensare di investire sulla scuola distinguendo tra aree del Paese o zone d’Italia si fa un torto a tutti. Si ritiene il piano ‘Scuola Estate’ sia un investimento di valore per tutti? Bene, che si diano fondi a ogni scuola, un po’ meno ma a tutte. E a coloro che fanno fatica nella gestione dei Pon (la burocrazia è tanta) si diano risorse e semplificazioni per supportarli”.

Fanno eco le dichiarazioni del dirigente dell’istituto comprensivo “Spini Vanoni” di Morbegno, Pierluigi Labbadia, che aggiunge: “Il sistema è iniquo. Il ‘Piano Estate’ serve a tutti i ragazzi. La pandemia non ha fatto selezioni: tutti hanno bisogno di recuperare socialità. In una scuola come la mia, seppur in un territorio con buoni parametri economici, ci sono comunque famiglie bisognose. Si diano certamente più risorse a chi vive in situazioni di disagio ma non si dimentichino gli altri”.

Purtroppo i problemi legati all’erogazione dei fondi da destinare ai progetti estivi scoraggiano non poco molti presidi, alcuni dei quali rinunciano anche a farne richiesta. “I tempi per realizzare questi progetti non ci sono. L’autonomia è calpestata dai questi progetti”, afferma Lucio Bontempelli, preside a Marina.

Laura Bombaci

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