Il piano del ministero dell’Istruzione per la scuola aperta in estate si muove nella direzione di recuperare gli apprendimenti per consolidare le competenze, promuovere la socialità persa dalle studentesse e dagli studenti. Ma anche per costruire “un ponte verso il prossimo anno scolastico, attraverso un’offerta che rappresenta una risposta alle difficoltà emerse nel periodo della pandemia, ma che intende anche valorizzare le buone pratiche e le esperienze innovative nate proprio durante l’emergenza Covid-19”.
Il piano, promosso soprattutto per le scuole del Sud e per le zone più fragili, è stato inviato alle singole scuole con nota operativa nella quale sono illustrate le modalità di utilizzo e gli obiettivi che il ministero si prefigge di raggiungere.
Inoltre, viene chiarito che le scuole saranno accompagnate durante tutto il percorso attraverso diversi strumenti messi a disposizione, quali “un sito con la raccolta delle informazioni, un help desk dedicato alle scuole, una campagna informativa e partecipativa, anche sui social, con l’hashtag #lascuoladestate”.
Tutto il piano si svilupperà secondo tre precisi “momenti”:
Tutte le attività, programmate collegialmente, avranno la caratteristica di una partecipazione su base volontaria sia per gli studenti sia per i docenti.
Per lo svolgimento delle attività, tutte le scuole riceveranno una somma in rapporto al numero degli alunni che si aggira in media intorno ai18 mila euro.
Inoltre, sia le scuole statali che gli istituti paritari, possono presentare domanda entro il 21 maggio prossimo, per partecipare al bando di un ‘Pon’ disponibile sul sito www.istruzione.it/pianoestate.
“I fondi, di cui circa il 70% è destinato alle regioni del Sud, potranno essere spesi sino al termine dell’anno scolastico 2021/2022, nella logica di un piano di trasformazione che partirà dall’estate e proseguirà durante il prossimo anno scolastico”.
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