Attualità

Scuola di Alta formazione: servirà per promuovere e coordinare e non per organizzare corsi più o meno obbligatori per i docenti

Si torna a parlare, dopo l’approvazione del decreto aiuti bis e l’istituzione della figura del “docente esperto”, della Scuola di alta formazione prevista dal decreto legge 36 convertito nella legge 79 a fine giugno.

In queste settimane, sulla funzione della Scuola si è creata un po’ di confusione e quindi, per capire con precisione di cosa si tratta, è bene fare riferimento alla norma originaria, contenuta nell’articolo 44 del DL 36.
La norma chiarisce che la Scuola “promuove e coordina la formazione in servizio dei docenti di ruolo, in coerenza e continuità con la formazione iniziale ..nel rispetto dei principi del pluralismo  e dell’autonomia didattica del docente”.
Inoltre, la Scuola “sostiene un’azione di costante relazione cooperativa e di coprogettazione con le istituzioni scolastiche per la promozione della partecipazione dei docenti alla formazione e alla ricerca educativa nelle medesime istituzioni”.

La legge, insomma, non dice affatto che la Scuola organizzerà percorsi formativi ai quali i docenti dovranno obbligatoriamente partecipare.
Più semplicemente, la Scuola, raccordandosi con Indire e Invalsi, come si legge in altro punto del decreto, avrà compiti di coordinamento in materia di formazione.
D’altra parte è davvero improbabile che essa possa avere una funzione più ampia se si considera che il suo organico sarà formato da un direttore generale, un dirigente di seconda fascia e 12 impiegati amministrativi.
E’ un po’ difficile pensare che con un organico del genere la Scuola possa organizzare in prima persona iniziative di formazione continua rivolge a un milione di dipendenti del Ministero dell’Istruzione.

In proposito un passaggio del decreto 36 parla esplicitamente della possibilità per la Scuola di “stipulare convenzioni con le università, con le istituzioni AFAM e con soggetti pubblici e privati, fornitori di servizi certificati di formazione”.

La Scuola, in conclusione, non organizzerà in prima persona percorsi formativi ma si affiderà a quei soggetti che già oggi collaborano con le scuole per l’erogazione di attività di formazione e aggiornamento.

Reginaldo Palermo

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