"La Costituzione impone alla responsabilità pubblica dello Stato di istituire scuole statali e di garantire il diritto all’istruzione a tutti". Questo ha detto il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, all’inaugurazione dell’anno scolastico, al Vittoriano, insieme ai Ministri e a circa 1.500 studenti.
Nel riconoscere che "educare non è facile", il Presidente ha esortato tutti a "non lasciare soli gli insegnanti nel loro lavoro e riconoscere la centralità della loro professione".
Ma mentre il Presidente Ciampi sottolinea l’importanza di una scuola "di qualità e per tutti", un’indagine dell’Ocse denuncia i rischi che corre la scuola per la scarsa presenza di insegnanti giovani.
Il rapporto dell’Ocse sottolinea come in Italia l’età della metà degli insegnanti supera i cinquant’anni, l’altra metà si suddivide tra i quaranta e i cinquanta. Pochi soni i docenti sotto i trent’anni. Quindi, una scuola che rischia di invecchiare se il Governo non prende dovute precauzioni e renda la professione del docente più interessante e qualificante.
Il rischio paventato dai redattori del Rapporto è quello del possibile "vuoto" che si verrebbe a creare, in tempi non molto lontani, per l’avviamento in pensione della metà dei docenti in organico. Di contro, sempre dal Rapporto, si evince che solo l’Italia, rispetto agli altri Paesi aderenti all’Organizzazione, mette circa 140 addetti ogni 1.000 studenti. Questo primato contrasta col fatto che l’Italia è l’unico Paese ad avere il numero di studenti più basso per classe.
Per tutti i Paesi dell’Ocse, invece, vi è un comune problema, quello sulla difficoltà di reperire insegnanti di materie scientifiche, come l’Informatica e la Matematica, e di Lingue straniere.
Tra gli sforzi che il Governo intende compiere vi è quello del livellamento salariale dello stipendio dell’insegnante italiano a quello degli altri Paesi dell’Unione in quanto esso è stabilizzato in media posizione. Solo all’inizio della carriera il docente italiano è tra gli ultimi con poco più di 25mila euro l’anno.