Il presidente Mattarella – figura di per sé rispettabilissima – ha dichiarato che “La scuola è di tutti e per tutti. Una scuola che seleziona distrugge la cultura”.
Pur rispettando questo pensiero, occorre però riconoscere che esso – se applicato indiscriminatamente – potrebbe avere ripercussioni pratiche assai negative. Immaginiamo per esempio che, per non selezionare, le università laureino indiscriminatamente tutti… Chi va poi però a farsi curare da medici che non conoscono la medicina? Chi affida le proprie cause ad avvocati che non conoscono la giurisprudenza o le proprie dichiarazioni dei redditi a commercialisti che non conoscono il funzionamento del fisco?
Vanno bene i nobili principi, ma pensiamo anche alla realtà!
Risponde il vicedirettore Reginaldo Palermo
Francamente non è chiaro il motivo per cui affermazioni come quella riportata dal nostro lettore debbano essere interpretate come un “via libera” alla promozione generalizzata dal primo anno della primaria fino all’ultimo esame universitario.
Lo stesso Don Lorenzo Milani, il più acceso sostenitore del “non bocciare”, come ci ha raccontato il suo ex allievo Paolo Landi nella diretta organizzata dalla nostra testata in occasione del centesimo anniversario della sua nascita, ha mai sostenuto che si debba eliminare ogni forma di selezione.
Il “non bocciare” si riferisce alla scuola dell’obbligo che appunto deve essere “per tutti e di tutti”.