Era il 24 agosto 2000 quando il presidente del Consiglio Berlusconi disse che la rivoluzione della scuola si sarebbe incentrata sulle 3 I: Inglese, Internet, Impresa.
Adesso, 14 anni dopo, siamo qui a verificare che siamo avanzati ben poco, e forse non solo per internet.
Che cosa, dunque, potrebbe essere sperabilmente auspicato? In primo luogo non sogni irrealizzabili ma possibiità concretizzabili in tempi brevi e certi.
Ne elenco alcune:
a) connessione a banda larga per tutte le scuole (e per tutti i locali di ogni singola scuola) con l’obiettivo di connessione in fibra ottica per almeno l’80% della scuole entro due anni.
b) un computer (es. un notebook) in rete per ogni aula di tutte le scuole italiane per rendere davvero possibile l’utilizzo in tempo reale del registro eletttronico
c) un piano straordinario per favorire l’acquisto da parte dei docenti di tablet o notebook a prezzi di costo (ad esempio bandendo una gara nazionale con Consip)
d) idem per gli studenti e le famiglie, con l’obiettivo che tutti gli studenti delle superiori e l’80 % delle medie possiedano un device adeguato entro due anni
e) una campagna per favorire l’utilizzo di software opern source, libero e gratuito, sia per gli applicativi di segreteria che per tutti i software, oblbigando gli stessi ministeri della Repubblica Italiana ad usare SOLO software open spurce per i propri servizi
Per quanto riguarda gli aspetti culturali e didattici
a) una campagna di diffusione del recente studio del garante della privacy (Educare alla rete – l’alfabeto della nuova cittadinanza nella società digitale) con l’obbligo da parte delle scuole alla realizzazione di un modulo didattico per ogni classe e per tutti i genitori sull’uso consapevole della rete
b) un piano obbligatorio di formazione dei docenti di tutte le scuole sulla didattica digitale e sull’apprendimento in rete
Mi paiono le misure minime ed indispensabili per creare la base comune su cui poi le diverse scuole possono procedere al dispiegamento della digitale.
Dico minime. Ma fondamentali.
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