Il PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale) si concentra su quattro aree di intervento: gli strumenti, quelle condizioni e infrastrutture di base che permettono alle scuole di fruire delle opportunità connesse al digitale; le competenze e i contenuti, per cui sono necessarie una ridefinizione e l’ideazione di nuovi format didattici a obiettivo; la formazione del personale su competenze digitali e innovazione didattica; l’accompagnamento delle scuole nelle sfideposte dal cambiamento, anche attraverso partnership con attori esterni al sistema scolastico.
Il Piano Nazionale Scuola Digitale è il documento di indirizzo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per illancio di una strategia complessiva di innovazione della scuola italiana e per un nuovo posizionamento del suo sistema educativo nell’era digitale.
È un pilastro fondamentale de La Buona Scuola (legge 107/2015), una visione operativa che rispecchia la posizione del Governo renziano rispetto alle più importanti sfide di innovazione del sistema pubblico: al centro di questa visione, vi sono l’innovazione del sistema scolastico e le opportunità dell’educazione digitale. Questo Piano non è un semplice dispiegamento di tecnologia: nessun passaggio educativo può infatti prescindere da un’interazione intensiva docentediscente e la tecnologia non può distrarsi da questo fondamentale “rapporto umano”. L’OCSE lo ha ricordato recentemente.
Questo Piano risponde alla chiamata per la costruzione di una visione di Educazione nell’era digitale, attraverso un processo che, per la scuola, sia correlato alle sfide che la società tutta affronta nell’interpretare e sostenere l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita (life-long) e in tutti contesti della vita, formali e non formali (life-wide).
Questo ci è confermato dalla High Level Conference della Commissione Europea del Dicembre 2014, da diverse pubblicazioni del Centre for Educational Research and Innovation dell’OCSE, dal New Vision for Education Report del World EconomicForum, e da ricerche come “L’Educazione per il 21mo secolo” del think tank Ambrosetti.