Tablet, Lim, proiettori, device multidisciplinari e interattivi… Tutto questo e molto altro è la Scuola Digitale, progetto promosso dal Miur e già in vigore nelle scuole italiane. Quello che sembrava essere il futuro oggi è il presente. La nuova frontiera didattica della Buona Scuola propone innumerevoli innovazioni (interdisciplinarietà, la Scuola senza Zaino, interattività…) tutte con lo stesso scopo: l’acquisizione delle competenze e delle conoscenze da parte dello studente utili per arricchire il proprio curriculum.
Chi meglio degli insegnanti può dire la sua sulla Scuola Digitale? A rispondere ad alcuni quesiti è l’Istituto eSpazia di Monterotondo (Roma), pilota della Scuola Digitale della casa editrice Armando Curcio Editore (http://www.scuoladigitalecurcio.it/).
La maestra Giuliana Capitolino, portavoce del collegio docenti, alla domanda “L’ingresso del digitale tra i banchi non è ancora pienamente diffuso a causa anche della scarsità delle dotazioni tecnologiche (Lim, proiettori, rete Internet e tablet) nelle aule. Nella panoramica della Scuola italiana quali sono le concrete problematiche per il passaggio dalla classe 2.0 alla scuola 2.0?” ha risposto:
“Le nuove tecnologie devono essere inserite in un processo di progettazione destinato alla realizzazione degli spazi di apprendimento. Solo in questo modo, diventano componenti dell’ambiente in grado di supportare tra gli studenti e tra i docenti tutti quegli aspetti (comunicativo-relazionali, inclusivi, creativi e di flessibilità) che contribuiscono a costituire un contesto generativo di apprendimento. Affinché tutto ciò avvenga, bisogna tener conto:
dell’aspetto didattico-metodologico e delle potenzialità culturali,
dell’aspetto professionale (le figure coinvolte e il rafforzamento del senso di comunità),
dell’aspetto organizzativo-gestionale e delle strutture di supporto tecnico;
dell’aspetto contenutistico ovvero l’adattabilità dei contenuti ad altri contesti;
e delll’aspetto tecnologico caratterizzato dalla funzionalità e della stabilità dell’infrastruttura tecnologica (spesso nelle scuole esistono problematiche inerenti alla connessione internet e spazi informatici non sempre disponibili).
“Impostando la lezione didattica con la Scuola digitale chiediamo: quali vantaggi avete riscontrato nell’apprendimento degli alunni? Ci sono migliorie a livello formativo per quanto riguarda i bambini con delle disabilità?”
“I concetti di inclusione e personalizzazione del percorso di apprendimento, sono gli aspetti delineati nell’attuale D.M.27 dicembre 2012 e la successiva C. M. n.8/2013. La direttiva sancisce il diritto per tutti gli alunni che presentano bisogni educativi speciali (ossia particolari condizioni di difficoltà dovute a disabilità, disturbi specifici, svantaggio sociale,culturale o linguistico), di avere pieno accesso agli apprendimenti. È in questo modo che si può usufruire di una didattica personalizzata, diversificata sulla base delle esigenze individuali e degli obiettivi formativi.
La tecnologia può contribuire al raggiungimento di questi scopi.
Innanzitutto essa mette a disposizione strumenti di sostegno (ausili e software) che consentono di superare le barriere causate da una particolare condizione di disabilità verso i contenuti di apprendimento. Così si garantisce a tutti gli studenti la possibilità di partecipare alle attività.
Ma non solo: la tecnologia apportata alla Scuola digitale, offre la possibilità di utilizzare strumenti versatili, adattabili e malleabili, che consentono di modificare il contenuto didattico per rispondere alle specifiche esigenze dello studente.
Inoltre la tecnologia può facilitare il lavoro cooperativo e collaborativo nella classe, permettendo ad ogni studente di dare il proprio contributo nella creazione di materiali originali, in base alle proprie abilità e risorse”.
I cardini principe della Scuola Digitale creano una sinergia di abilità, conoscenze e competenze che sfociano nei concetti chiave di: innovazione educativa, multimedialità, multidisciplinarietà, personalizzazione dell’apprendimento, interattività, fruibilità, curiosità, e voglia di scoprire… sviluppando la capacità selettiva e fissando le competenze logiche.
Ciò vuol dire “imparare ad imparare” e “imparare giocando”.
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