Categorie: Politica scolastica

Scuola digitale, promossa per le attività amministrative: bocciata per la didattica

La scuola digitale ha fatto enormi passi avanti nell’ambito delle attività amministrative, mentre negli utilizzi all’interno della didattica c’è ancora molta strada da fare.

E’ quanto emerge dai risultati di due indagini realizzate dall’ Osservatorio eGovernment del Politecnico di Milano e da Link Campus University con il supporto dell’Università Roma Tre e in collaborazione con l’associazione dei presidi.

Il 75% delle scuole italiane ha digitalizzato infatti in parte o completamente (il 39% è da considerare addirittura fully digital) alcuni processi come la gestione delle classi, , le supplenze, le comunicazioni con le famiglie e anche le iscrizioni sono diventate on line. In quasi tutte le scuole (il 97%) il dirigente scolastico usa la firma digitale e nella maggioranza di esse (60%) il sito web è gestito da una risorsa interna con un incarico remunerato., mentre nella didattica la diffusione delle tecnologie è ancora in gran parte “immatura” in quanto sono diffuse soltanto le dotazioni minime come, ad esempio, la connessione Internet in classe. Il 55% degli istituti scolastici ha una connessione internet ADsl, il 29% addirittura in fibra ottica mentre nel 60% delle scuole esiste una Intranet solo per i servizi amministrativi.

I risultati delle indagini sono state presentate nella sede dell’Anp, alla presenza del Ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli.

Nel suo intervento ha voluto ribadire che la digitalizzazione è la precondizione per l’innovazione della scuola. “La scuola ha un primato, rispetto ad altri settori della pubblica amministrazione, nell’adozione del Piano digitale” il messaggio lasciato dalla ministra.

 

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“Ora bisogna utilizzare – ha continuato Fedeli – sempre di più gli strumenti tecnologici nella didattica, anche attraverso una adeguata formazione dei soggetti coinvolti”.

A conferma di questo, i dati delle indagini riportano come solo nel 18% viene utilizzata una linea internet per i progetti didattici; nel 93% dei portali è presente un’area riservata con accesso consentito ai soli docenti, mentre sono meno diffuse quelle studenti/genitori (38%). Il sito internet viene utilizzato principalmente per la pubblicazione di documenti istituzionali (98% dei casi), di informazioni generali (97%) o su attività scolastiche (93%), calendario, orari, libri di testo, programmi (93%).

L’insieme dei risultati delle due indagini offre sicuramente l’occasione per un’importante riflessione sull’introduzione del digitale nelle scuole italiane che tenga in considerazione sia i processi gestionali-organizzativi, sia le attività legate alla didattica.

La regione dove si evidenzia la maggior diffusione di scuole totalmente digitalizzate è la Sicilia (quelle in cui sono meno diffuse sono Friuli Venezia Giulia, 14%, e Sardegna, 17%).

Quanto all’attività didattico-professionale, come detto, le risorse più utilizzate sono Internet per la ricerca di informazioni per oltre l’80% dei casi e per la posta elettronica (84%).

Altro aspetto da non sottovalutare è il fatto che i docenti fanno uso degli strumenti tecnologici soprattutto in modo individuale: quasi il 90% ricorre al Web per la ‘crescita professionale’.

L’ingresso strutturale nel digitale della scuola è avviato, ma – ha sottolineato Giorgio Rembado, presidente Anp – non senza difficoltà. E’ fondamentale ora disporre di ricognizioni sistematiche per accompagnare il processo e consentire la valorizzazione delle migliori pratiche, soprattutto all’interno delle aule, dove la resistenza al cambiamento ancora persiste”.

Occorre quindi monitorare costantemente gli sviluppi del processo con l’obiettivo di valutare il migliore utilizzo degli investimenti conseguenti.” Non è più procrastinabile il riconoscimento del merito di chi accetta la sfida mettendo in campo le proprie energie professionali” conclude Rembado.

La sfida al digitale è dunque sempre più aperta!

Dino Galuppi

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