I Pc per i ragazzi sono utili alla crescita, ecco perché trovare una casa senza neanche uno smartphone, tablet o computer è oggi un’impresa rara se non quasi impossibile.
La tecnologia digitale è entrata nelle nostre case ormai da oltre 10 anni e i dispositivi come lo smartphone sono diventati oggetti di uso comune anche da parte dei giovani e di giovanissimi.
Senza soffermarci sugli aspetti negativi legati alla troppa esposizione davanti a questi monitor di diversa grandezza vogliamo invece analizzare la componente formativa del pc rispetto agli altri dispositivi digitali.
Un computer nasce come uno strumento per fare dei calcoli ed eseguire dei programmi che ci permettono di svolgere dei compiti e di ottenere delle risposte, ma i computer moderni vanno decisamente oltre, e occorre quindi inserirli in un contesto decisamente più ampio per comprenderne gli eventuali benefici.
Avere a che fare con un computer vuol dire avere la possibilità di andare oltre il semplice utilizzo, ma si ha la possibilità di approfondire il coding o il cablaggio interno, scoprire cioè tutti gli aspetti più tecnici delle varie componenti di cui è composto un pc.
Ad esempio, il fatto di dover scegliere dove salvare un file, aspetto che manca quasi completamente, nelle App per cellulare e tablet dove è tutto già pre configurato comporta mettere in gioco le proprie capacità di organizzazione e strutturazione di spazi mentali che appaiono decisamente più fisici e concreti di quanto non siano presenti con un’App.
“Nel decidere in quale cartella salvare il file, i nostri ragazzi vengono incoraggiati a conoscere l’architettura di un hard disk, e a pensare all’organizzazione del materiale in modo più strategico, soprattutto con la visione futura di dover essere in grado un giorno di recuperare quel file, così come accade al momento della scelta del nome del file stesso.” (fonte Agenda Digitale)
Il fatto di dover pensare qualche giorno dopo dove hanno salvato il file per poterlo riprendere e utilizzarlo rappresenta un importante feedback che consente loro di far crescere la componente strategica ed organizzativa; un bell’allenamento del pensiero logico.
E per la natura stessa dell’architettura di un computer, che l’utilizzo dello stesso avviene tramite un processo di causa ed effetto. In sostanza i ragazzi sono “costretti” a ragionare in termini di cause e conseguenze dove nulla può essere lasciato al caso. Ad ogni azione che applicano c’è sempre una risposta del computer che può portare alla soluzione o meno del problema In questo caso si tratta di un continuo allenamento sul problem solving, una palestra che aiuta il giovane ad affrontare e gestire i problemi basato sulla ricerca delle informazioni, sullo studio della soluzione, le cause e gli effetti di ogni scelta.
Altro aspetto importante è il fatto che per operare su un computer in modo produttivo è necessario avere una minima conoscenza della macchina, non solo per le operazioni semplici come salvare un file.
Lavorare al computer vuol dire conoscerne i vari componenti sia interni che esterni, conoscere il browser da usare, dove trovare le cartelle con i documenti, dove trovare le applicazioni.
Sempre a titolo di esempio se voglio utilizzare un’ app ma è troppo pesante perché giri sul mio tablet, ho poche alternative: dovrò cambiare il tablet con modello più performante o rinunciare all’app.
Nel caso di un computer invece avrò molte più opzioni: posso “giocare” con le impostazioni del software stesso, in modo da renderlo più leggero per la mia macchina; alleggerire la macchina chiudendo gli altri software che stanno girando simultaneamente; vedere se è il sistema operativo che è diventato eccessivamente ingombrante e capire come rimuovere questi pesi computazionali. Posso quindi entrare nel merito del problema e provare a risolverlo prendendomi cura dello strumento, approfondendo la sua conoscenza e sentirlo più mio.
Ovvio che un tablet è più immediato per questo viene utilizzato molto nei casi di poca conoscenza informatica, ma soprattutto il fatto rilevante è che in età adolescenziale il computer permette al ragazzo di apprendere molti elementi tecnici e come detto anche logici e di problem solving.
I ragazzi utilizzano i loro smartphone in modo disinvolto e fluido. ma tutta questa immediatezza rischia di portare ad una stereotipizzazione dell’utilizzo del digitale.
Un computer, proprio per i motivi descritti finora, impone una sorta di approfondimento e di riorganizzazione mentale di utilizzo, cosa che porta ad insegnare al ragazzo un differente modo di vivere l’ambiente digitale.
Va detto in conclusione che a detta degli esperti il pc si adatta bene a ragazzi della pre-adolescenza e, soprattutto, adolescenza. È meno adatto ad una fascia di età più bassa, ossia quella in cui lo sviluppo mentale non è ancora in grado di gestire “l’attrito cognitivo” che un computer inevitabilmente comporta.
Una fascia di età in cui il bambino deve prima appassionarsi allo strumento, e in cui l’associazione piacere-divertimento-utilità è ancora fortissima. Il rischio è che, per via delle difficoltà che sicuramente nascerebbero, il bambino si demotivi non solo riguardo all’utilizzo del mezzo, ma anche alla componente di apprendimento in sé con il risultato di non trarre alcuno dei benefici sopra menzionati.
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