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Scuola digitalizzata, dai libri ai pagamenti

L’obiettivo è ambizioso (e lo ammette lo stesso Governo nel proprio comunicato): digitalizzare gran parte dell’attività della Pubblica Amministrazione nell’arco di un paio di anni al massimo.
Per raggiungere lo scopo, nel corso della seduta del 4 ottobre, il Governo ha approvato il cosiddetto “Decreto crescita” che contiene numerose norme che, direttamente o indirettamente, riguardano anche la scuola.
Intanto si prevede che a partire dall’anno scolastico 2013-2014 le scuole secondarie adottino libri di testo in versione esclusivamente digitale; dal 2014/2015 la novità riguarderà anche le scuole primarie.
Già da quest’anno, in ambiti territoriali particolarmente isolati (ad esempio piccole isole e comuni montani dove è presente un numero di alunni insufficiente per la formazione di classi) sarà possibile istituire centri scolastici digitali tramite apposite convenzioni con il Miur che consentano il collegamento multimediale e da remoto degli studenti alle classi scolastiche.
E poi ci sono norme di carattere amministrativo che riguardano il funzionamento degli uffici.
Le comunicazioni fra le Istituzioni scolastiche dovranno avvenire esclusivamente per via telematica; la stessa regola dovrà valere anche per le comunicazioni con i privati.
Per i contratti di fornitura non si potrà più usare la forma scritta.
Gli stessi pagamenti dovranno essere effettuati per via telematica (in realtà già adesso le scuole fanno ricorso a tale modalità); in futuro, però, le famiglie dovranno fare ricorso al “denaro virtuale”.
Le scuole dovranno rendere pubblico il proprio codice IBAN. Su questo, garantisce il Governo, verranno effettuati controlli sistematici e per chi “sgarra” potrebbe scattare la responsabilità dirigenziale.
Dal tenore del comunicato pare che il Governo voglia fare sul serio, anche se le difficoltà non mancheranno.
Il decreto legge potrebbe essere controfirmato dal Presidente Napolitano già nei prossimi giorni entrando così in vigore nell’arco di poche settimane.
Il Parlamento avrà poi 60 giorni di tempo per apportare modifiche e per convertirlo in legge.

Reginaldo Palermo

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