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Scuola: diritto di copia e civismo ambientale

Nel proseguire quanto già affrontato nell’articolo Scuola: la “polvere” è finita!” appare necessario soffermarsi sulla questione del diritto di copia da parte di docenti e alunni, ovvero poter avere sempre a disposizione fotocopiatrici e stampanti perfettamente operative per i propri lavori.

Si pensi anche alla necessità, frequente, di produrre delle copie per gli alunni con un Piano Educativo Individualizzato; del resto non è accettabile che le fotocopie da produrre per un alunno in condizioni H debbano spesso essere autorizzate dal dirigente scolastico, quando la fotocopiatrice risulta dismessa e si chiede di generare una stampa di uno o due fogli con l’unica stampante laser operativa in dotazione agli uffici amministrativi, per quanto si comprenda che ciò non debba essere prassi da consolidare, né tantomeno normale. Purtroppo, nella premiata scuola digitale, quella delle best practices, ancora oggi, strano a dirsi, accade!

Risulta pertanto difficile credere che si possa, nel breve periodo, attuare su larga scala quella trasformazione degli “spazi fisici delle scuole, i laboratori e le classi fondendoli con gli spazi virtuali di apprendimento” al fine di rappresentare quel “fattore chiave per favorire i cambiamenti delle metodologie di insegnamento e apprendimento, nonché per lo sviluppo di competenze digitali fondamentali per l’accesso al lavoro nel campo della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale”, giacché abbiamo ancora molta strada da fare con il necessario analogico, la carta, sempre utile, se non indispensabile ove le tecnologie, ancora oggi, non possono prestarsi ad essere sostituite, mancando del requisito della sensorialità tattile e molto più.

Dirigenti scolastici, D.S.G.A e personale amministrativo da una parte, pronti a far quadrare i conti e nella necessità di produrre in stampa o copia documenti per lo svolgimento delle attività di segreteria, come programmi per visite guidate e circolari, docenti e alunni dall’altra, volti invece a difendere e a tutelare un diritto sacrosanto, quello di produrre, al bisogno, schemi, disegni o tabelle utili per la didattica, così come fotocopie per compiti in classe e per gli alunni che necessitano supporto cartaceo (DSA e H), affinché possano dirsi parte integrante del gruppo classe; la via di mezzo rimane pur sempre la capacità di saper fare opportuna e necessaria logistica dei consumi, che non significa contrapporre un diritto ad un altro, quasi sempre in molti istituti scolastici, dalle scuole primarie alla scuole secondarie di secondo grado, del tutto assente.

Inoltre, molte scuole, oltre a non possedere una modulistica per la segnalazione guasti delle attrezzature in uso, non possiede un regolamento d’utilizzo delle fotocopiatrici, al fine di economizzare la spesa sul consumo del toner, nonché per dilatare i tempi di usura della fotocopiatrice stessa o di alcune sue parti elettromeccaniche. Ad esempio, sarebbe buona norma impiegare delle schede che raccolgano e tengano traccia, all’atto della richiesta di fotocopiare parti di un libro, qualora fosse stata raggiunta la soglia del 15% fotocopiabile, questa prassi sarebbe certamente un virtuoso rispetto da parte dell’intera comunità scolastica, anche delle norme sul diritto d’autore e di copyright (ambiti non equivalenti, il primo tutela chi l’opera l’ha realizzata, mentre il secondo protegge la parte economica), evitando che, come spesso accade, si realizzi un disallineamento tra le relative tutele e le errate abitudini.

Ed ancora, una buona prassi da attuare sempre sarebbe, quando possibile, quella di favorire la modalità fronte-retro, per incidere sensibilmente sulla quantità di carta fotocopiata o stampata, e stabilire un numero massimo di copie per alunno, come avviene in alcuni istituti che, per far fronte alla oramai costante crisi di cassa della scuola, dotano docenti e alunni di una card ricaricabile per l’utilizzo monitorato di fotocopiatrici con schede prepagate assegnate. Una deroga certamente andrebbe fatta per gli alunni in stato di bisogno quando per questi non sia possibile far impiego di strumenti compensativi altri, pur ricordando che ingrandire le fotocopie è certamente un valido strumento per alcuni alunni, ad esempio, come già detto, quelli con difficoltà visive, ma non lo è per tutti poiché non per tutti è bastevole o corrisponde a valida pratica.

Si pensi che in media per una scuola dell’infanzia e primaria vengono garantite numero 4 fotocopie per alunno a settimana da moltiplicare per 33 settimane annue, ovvero 144 fogli al mese per un totale di 4.752 fogli. Valori che possono lievitare per gli istituti di scuola secondaria di secondo grado, fino a dover coprire un fabbisogno mensile, per classi composti da 20 alunni, di ben 95.040 fogli. Uno schiaffo al civismo ambientale!

Francesco Augello

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