Scuola e lavoro: il modello Bosch

 In questo stabilimento, racconta Il Sole 24 Ore, vengono prodotte pompe ad alta pressione common-rail, al ritmo di 2 milioni di pezzi l’anno. Così per 20 studenti dell’ITS per la Meccatronica “Cuccovillo” di Bari (10 quest’anno scolastico e altrettanti nel prossimo 2015/2016) sono previsti interventi formativi in aula (allestita nello stabilimento) di tecnici ed esperti Bosch con la possibilità di testare le proprie competenze con ore di laboratorio, svolte direttamente sulle macchine di produzione, e in affiancamento ai tecnici dell’azienda.

Quello avviato a Modugno, scrive Il Sole, è il primo di analoghi progetti attuabili in altri siti italiani del gruppo e sono già previsti nei protocolli d’intesa firmati da Bosch con altre regioni (Lombardia, Campania, Abruzzo e Veneto, oltre che naturalmente la Puglia) e tutti secondo lo stesso modello. Ovvero attività di orientamento e coinvolgimento di scuole ed istituti nella formazione pratica, attraverso tirocini e ore di laboratorio in azienda, con l’obiettivo di favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

 

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Il progetto Bosch -chiamato “Allenarsi per il futuro” – ha uno sviluppo doppio.«Quest’anno-spiega l’ad di Bosch spa, Gerhard Dambach, che ha accompagnato il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, in visita allo stabilimento barese- formiamo 20 ragazzi concentrandoli sulle competenze classiche dei nostri impianti. Ma l’idea è di allargarle alle competenze necessarie per gli altri nostri impianti in Italia e per quelli di altre aziende non Bosch». E dunque l’obiettivo è preparare e professionalizzare non solo periti meccanici, ma anche elettrici ed elettronici. Su questo modello di alternanza scuola e lavoro – di cui il ministro Giannini ha anticipato l’introduzione anche in Italia, a partire dal prossimo anno scolastico, «prevedendo almeno 200 ore di lavoro per gli studenti degli istituti tecnici, formando anche i docenti per questo obiettivo» – il gruppo Bosch investe da tempo.

«Occorre capire anche in Italia – spiega Dambach – che, come in Germania, questi investimenti su formazione e lavoro deve farli l’impresa perché conosce il territorio ed il mercato e coinvolge la scuola e azzera così la distanza tra industria e scuola». Per questo Bosch, insieme al corso biennale avviato con la Fondazione Its “’Cuccovillo”, ha anche firmato, con altre aziende, un accordo con il politecnico di Bari e confindustria Bari in cui sono coinvolti circa 20 studenti di ingegneria meccanica e altrettanti di ingegneria informatica. Che, a partire da questo mese, svolgeranno almeno 500 ore di tirocinio in azienda e seguiranno seminari tenuti dalle imprese nell’ambito dei corsi accademici ufficiali. Tanto impegno in Italia ha una spiegazione: mantenere “la profittabilità” degli impianti italiani per garantire l’occupazione e «creare le condizioni utili -conclude Dambach -perchè i giovani abbiamo maggiori prospettive lavorative»

Pasquale Almirante

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