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Scuola fino al 30 giugno. Per il MI la DaD non copre del tutto il deficit formativo

Perché l’ipotesi della scuola fino al 30 giugno? Perché la DaD, per quanto svolta in maniera efficiente ed impeccabile, non consente di recuperare al 100% il deficit degli apprendimenti. Si tratta della posizione della Ministra dell’Istruzione ancora in carica Lucia Azzolina, come spieghiamo in un articolo precedente, e, non a caso, è anche quanto viene messo per iscritto in una nota del Ministero già l’estate scorsa.

La nota del MI

Ecco cosa si legge nella nota ministeriale a firma del Capo Dipartimento dell’Istruzione Marco Bruschi, del 26/08/2020, che ha in oggetto il Piano di integrazione degli apprendimenti e il Piano di apprendimento individualizzato. Indicazioni tecnico operative.

Lo sforzo compiuto lo scorso anno scolastico è stato considerevole ed è stato per molti versi esemplare di come comunità educanti coese abbiano dato una pronta risposta alla necessità di garantire, seppure in una situazione drammatica, il diritto all’istruzione, anche attraverso un aggiornamento in
situazione assolutamente da encomiare. Si tratta ora di recuperare ciò che si è inevitabilmente perso, perché un ambiente didattico virtuale, anche nelle migliori realtà, non è assimilabile alla relazione educativa in presenza nelle nostre classi. E non è un caso che alcune delle istituzioni scolastiche che pure della DAD sono state le punte più avanzate, abbiano predisposto i PIA e i PAI, consapevoli del dovere (e anche del diritto) di colmare le eventuali lacune. E’, in fondo, quello che il Paese si aspetta dalle proprie scuole: dare il meglio, anche nella difficoltà, affinché si realizzi, per tutti e per ciascuno, quanto previsto dalla Carta Costituzionale.

Dunque, che degli apprendimenti vadano persi in DaD sarebbe inevitabile, spiega il Capo Dipartimento. Un’argomentazione che presta il fianco al al prolungamento fino al 30 giugno? Di certo un’argomentazione che mette in discussione le certezze di molti sindacati che affermano: la DaD è sufficiente, non si è perso niente.

Ad ogni modo, lo ricordiamo, “sono le regioni ad essere competenti,” ha più volte affermato la Ministra Azzolina.

Il sondaggio della Tecnica della Scuola

Sulll’ipotesi del prolungamento del calendario scolastico fino al 30 giugno 2021, La Tecnica della Scuola ha anche interrogato i suoi lettori. PARTECIPA AL SONDAGGIO.

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Carla Virzì

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