Nonostante la curva dei contagi sia ancora preoccupante, come ci raccontano i dati Covid-19 di ieri, e molti Presidenti di Regione e sindacati si siano esplicitamente schierati contro il rientro scuola il 7 gennaio, chiedendo un periodo cuscinetto di almeno due settimane, la Ministra dell’Istruzione, oltre all’immancabile sostegno del Premier Conte, incassa il tributo di molti scienziati, epidemiologi, virologi.
Da sempre, a difendere le scelte della Ministra dell’Istruzione Azzolina in prima fila il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico Agostino Miozzo, che afferma: “Dobbiamo riportare i nostri ragazzi a scuola, costi quel che costi.” Linea decisa, come quella della Ministra. Ma non è il solo a pensarla così.
Come lui la virologa Ilaria Capua, che nelle settimane scorse si era espressa a favore delle decisioni della Ministra, affermando: “Rischiamo di portarci dietro un deficit formativo importante, a mio avviso bisognava far quadrato attorno alla Ministra. Tenere aperte le scuole è importantissimo.”
E ancora, tra le affermazioni più recenti arriva la dichiarazione dell’immunologa dell’Università di Padova Antonella Viola, che attribuisce le maggiori responsabilità alle Regioni che non hanno provveduto in tempo alla riorganizzazione dei trasporti, mentre – sostiene l’immunologa – a dispetto dei primi errori, oggi a scuola le regole sono sufficienti e basterebbe rispettarle.
Ma nella mattinata di oggi 4 gennaio 2021 è arrivato anche il parere dell’epidemiologa Stefania Salmaso che nell’ambito del programma di La7 Omnibus ha messo in discussione le certezze di chi attribuisce alla scuola la causa del riaffacciarsi dell’epidemia nel nostro Paese. Le misure nelle scuole sono rigide, afferma l’epidemiologa, e se pensiamo che i contagi avvengono meno tra i ragazzi del primo ciclo e più tra i ragazzi delle superiori e i ventenni che a scuola neanche ci vanno, capiamo bene che il problema sta altrove, nelle ragioni della socialità di per sé, più che nella frequenza scolastica. Ma ci vorrebbero dati più precisi sui contagi nelle scuole, invoca la scienziata, per farsi un’idea esatta della questione, fuori da ideologie e pregiudizi.
Più prudente il virologo Pregliasco, come abbiamo riferito in un precedente articolo. “Il rischio è che si apra e poi si richiuda, cosa ancora più grave a livello psicologico e organizzativo,” afferma il virologo, ospite di Myrta Merlino a L’aria che tira.
Ma tutto sommato la posizione di Pregliasco non è tanto distante dalla Ministra nella misura in cui, come sostiene il virologo, la questione rientro a scuola vada valutata andando a guardare l’andamento dell’epidemia nei singoli territori. Di fatto è la ratio del lavoro delle prefetture (e dei loro piani per il rientro in classe), che si sono mosse a livello locale per trovare la quadra nella spinosa questione della riaperture delle scuole, come voluto dal Governo Conte e dalla titolare del Dicastero dell’Istruzione.
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