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Scuola, il 2024 sarà l’anno dei concorsi: buone (o brutte) nuove pure su assunzioni, Gps, mobilità, stipendi e Carta del docente

Il 2024 per la scuola si prospetta l’anno delle novità. Innanzitutto per i concorsi con due delle procedure su tre, già avallate per complessivi 70.000 posti, anche in chiave Pnrr, che entreranno nel vivo.

Le prove selettive dei concorsi saranno due: una scritta, a risposta multipla sui contenuti dei Cfu, e l’altra orale, incentrata su una lezione disciplinare simulata. Nel corso dell’anno sono previsti anche corsi-concorsi abilitanti all’insegnamento, l’avvio del concorso per stabilizzare i precari (con almeno tre anni di servizio) di religione cattolica, la selezione per diventare dirigenti scolastici. Andrà avanti anche quella per portare in cattedra per la prima volta (nelle classi quarte e quinte primaria) oltre 1.700 insegnanti specializzati in attività motoria.  Sul vincolo triennale alla mobilità dei neo-assunti, intanto, i sindacati non demordono: nel corso dell’anno l’obiettivo è quello, almeno, di ridurre la portata della legge.

A metà 2024 è prevista poi la riapertura delle Gps, con nuove regole, e tanti attendono anche di potere uscire dal precariato coll’approvazione del doppio canale. Sul progetto triennale di dimensionamento degli istituti, approvato dal Governo Meloni a fine 2022, dopo il via libera della Corte costituzionale, assisteremo ad una accelerata per l’accorpamento di circa 700 scuole. Sul fronte stipendi dei docenti e degli Ata si prevede la conferma degli anticipi per il Ccnl 2022/24 ancora in alto mare, ma per la firma definitiva probabilmente bisognerà attendere il 2025.

Il ministro Giuseppe Valditara si è preso l’impegno di avviare, per via sperimentale, la riforma degli istituti tecnici e del liceo del Made in Italy, con i percorsi dei ragazzi che cambieranno (avvicinandosi alle esigenze delle aziende) e si ridurranno a 4 anni di corso. Notizie poco confortanti arrivano sulla Carta del docente: la Legge di Bilancio 2023 prevede che dovrebbe ridursi e passare da 500 a circa 420 euro.

L’anno prossimo dovremmo assistere, inoltre, ad una ulteriore “stretta” sui violenti che aggrediscono i docenti, sull’approvazione del voto di condotta, che farà media con le discipline e portando anche al debito formativo laddove negativo. Infine, prenderanno il via i corsi scolastici, tenuti dai docenti delle scuole, per sensibilizzare gli studenti sulla violenza di genere e sui femminicidi.

Alessandro Giuliani

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