Attualità

Scuola immobile da anni, Oliva (Treellle): “Valutare i docenti con un sistema di premi e aprire le scuole anche ai privati”

I dati forniti dalla Fondazione Rocca, che in collaborazione con l’Associazione TreELLLe ha redatto il rapporto “Scuola, i numeri da cambiare” presentato ieri, 17 novembre, Roma, alla presenza, tra gli altri, del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, del presidente di Confindustria Carlo Bonomi, del direttore della Fondazione Agnelli Andrea Gavosto, del presidente dell’Associazione TreELLLE Attilio Oliva e del presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo ed ex ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, hanno scoperchiato una serie di questioni.

Privatizzare la scuola?

Secondo il rapporto la scuola italiana è immobile da anni. Cosa cambiare, quindi? Da dove partire? Durante la presentazione del rapporto, come scrive Il Corriere della Sera, sono emerse varie idee. Innanzitutto, si è parlato di privatizzazione dell’istruzione. Attilio Oliva della Fondazione Treellle propone di aprire le scuole anche ai privati perché “il sistema monopolistico può essere pericoloso”.

In più quest’ultimo ha ancora una volta insistito su un tema a lui caro, quello della valutazione dei docenti. Oliva, a quanto pare, auspica che gli insegnanti vengano valutati con un sistema di premi. In ogni caso, fa notare, occorrerebbe “cambiare il modello organizzativo della scuola che non funziona più”.

Intervenire sulla formazione degli insegnanti e sulla loro carriera

Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, ha ribadito che occorre puntare l’attenzione sulla preparazione e la formazione dei docenti: “Va bene invocare l’autonomia delle scuole ma se la preparazione degli insegnanti non è adeguata, anche l’autonomia è fittizia. E’ stata approvata in primavera la riforma della formazione iniziale che ora prevede un master e tirocinio per chi vuole diventare insegnante, ma va affrontato anche il tema della carriera dei docenti”.

Gavosto ha anche affrontato il tema delle conseguenze della pandemia sulla scuola, questione che a suo avviso non bisogna sottovalutare: “Purtroppo è stata rimossa ma riguarda un’intera generazione: nessuno si pone il problema del recupero degli apprendimenti”, ha concluso.

Redazione

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