La “Scuola in Calabria” è stato il tema di una affollatissima iniziativa promossa dal sindacato USB Scuola di Cosenza. Tra i relatori dell’incontro, tra cui era anche presente il redattore de La Tecnica della Scuola Lucio Ficara, c’erano l’on. Anna Laura Orrico del M5S e la Vice Presidente della regione Calabria con delega all’Istruzione Giusi Princi.
Il mondo della scuola calabrese a confronto
In tempi in cui la partecipazione e il confronto, la volontà di incontro e discussione, oltretutto in orario pomeridiano, sono divenuti caratteri rari, la presenza di oltre duecento persone, donne e uomini che nella scuola vivono, lavorano e operano con entusiasmo, è stata significativa e apre ad una rinnovata fiducia nelle possibilità di affrontare i problemi che il mondo della scuola sta attraversando.
Insegnanti e ATA ma anche alcuni dirigenti scolastici come Franco Talarico dell’Associazione Dirigenti Scuola, sindacalisti ed esperti del settore, come per esempio la sindacalista Adele Sammarro dell’UniFAD, rappresentanti di formazioni politiche come Unione Popolare, consiglieri comunali dell’area urbana come Mimmo Talarico, consiglieri regionali come Franco Iacucci e Ferdinando Laghi.
Si è trattato di un incontro vero, tra punti di vista anche legittimamente differenti, ma tutti rivolti a riaffermare la centralità della Scuola come bene comune e elemento centrale di interesse collettivo, strumento fondamentale per la crescita delle persone e della società, per la stessa coesione e tenuta democratica del Paese.
Alcuni interventi dell’iniziativa
I lavori sono stati aperti dal saluto della dirigente scolastica del Liceo Fermi Rosanna Rizzo, che ha auspicato una Scuola che guardi soprattutto alla centralità degli studenti e che possa recuperare la funzione di ascensore sociale.
L’introduzione è stata affidata a Pino Assalone dell’USB Scuola di Cosenza che ha espresso forti preoccupazioni verso le riforme di Autonomia Differenziata, in discussione proprio ora in Senato, verso il dimensionamento scolastico percepito non solo come un danno per le stesse istituzioni scolastiche ma come un pessimo disegno politico che colpisce ulteriormente il Mezzogiorno, sulla pericolosità dei processi reali di esclusione, abbandono e povertà educativa diffusa. Inoltre si è soffermato sulla mancanza di asili nido, solo 1 bambino su 10 in Calabria ha accesso al servizio di prima infanzia, sulla necessità di potenziare il tempo pieno e sull’indispensabilità di prestare particolare attenzione alla Legge sul Diritto allo Studio, ferma ormai dal 1985 e da aggiornare con urgenza.
Bisogno di un rinnovato umanesimo sociale
Ampio e articolato è stato l’intervento del professore emerito di Sociologia dell’Unical Piero Fantozzi che ha concentrato il suo intervento su come sempre più la sfera economica sia dominante e imponga all’intero mondo sociale di ruotare intorno ad essa, mercificando le persone e disumanizzando le stesse relazioni. Viene auspicato un umanesimo sociale che possa togliere la scuola da questa impostazione aziendalistica. Meno progettificio inutile, deve essere la Scuola, e più analisi delle necessità dei giovani, più vicinanza ai loro bisogni, materiali e immateriali, più accompagnamento concreto.
Critiche su dimensionamento e autonomia differenziata
Critiche vivaci a quanto fa il governo Meloni sono venute dall’on. Anna Laura Orrico del Movimento 5 stelle, membro della Commissione Istruzione della Camera, che si è soffermata sulla negatività del Dimensionamento scolastico previsto nella Legge di Bilancio e dei progetti Autonomia Differenziata con le pesanti ricadute sul sistema scolastico, sul diritto allo studio, sulla qualità dell’istruzione, sui diritti dei lavoratori con l’ipotesi dell’introduzione delle gabbie salariali. I tagli alla scuola comportano un onere forte per le scuole e per le famiglie, per questo è stato proposto dalle opposizioni un aumento degli investimenti e l’istituzione di una “Dote educativa” per sostenere le spese per l’istruzione. Fondamentale è anche l’abbattimento del numero degli alunni per classe e l’eliminazione delle “classi pollaio”.
Conclusioni della Vice Presidente della Regione Calabria
La conclusione dei lavori sono stati affidati alla vicepresidente della Regione Calabria con delega alla Istruzione Giusi Princi. Già dirigente scolastica e profonda conoscitrice del mondo della scuola, ha tenuto subito a ribadire come sia sempre un bene parlare di scuola con più soggetti sindacali e che il confronto fondato sulle idee e le proposte non può che rappresentare un aspetto positivo. Questo se la finalità comune è costruire una Scuola che abbia come suo presupposto essere effettivamente una comunità educante e che ciò possa sostanziarsi in una Regione che nei decenni ha accomunato tantissimi ritardi e che soltanto il fattivo impiego di importanti risorse legate ad una visione di riduzione dei divari territoriali, di salvaguardia delle aree interne e recupero della dispersione scolastica e povertà educativa può determinare il cambiamento. A tal proposito le azioni che sono state messe in campo negli ultimi due anni finalizzate a questo sono state: 1) recupero di oltre 70 milioni di euro di risosrse non spese dal 2017 e finalizzate proprio all’attivazione di asili nido e sezioni primavera; 2) oltre 5,5 milioni di euro destinati recentemente ai Comuni calabresi per garantire il servizio mensa, il trasporto scolastico e l’assistenza specialistica per studenti con disabilità; 3) oltre 16 miloni di euro per fronteggiare il caro scuola attraverso vaucher di 500 euro destinati alle famiglie con ISEE basso per acquisto di libri e materiale scolastico; 4) oltre 25 milioni di euro per l’attivazione di equipe multidisciplinari per supportare gli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento.
Rispondendo alle preoccupazioni dell’USB riguardo la legge sul diritto allo studio ha risposto che effettivamente dopo 40 anni si sta lavorando sulla revisione della legge 27/85 del diritto allo studio e la legge 34/2001 sul diritto allo studio universitario. Netta la sua posizione contraria al DDL Calderoli sulla Autonomia Differenziata riguardo l’Istruzione: la scuola, afferma la Vice Presidente deve essere pubblica e nazionale, non si possono determinare ulteriori divari tra Regioni.