Il CESP, Rete delle scuole ristrette e docente nei percorsi di istruzione in carcere, ha inviato una lettera al Garante nazionale dei detenuti e delle persone private della libertà personale e ai Ministri dell’Istruzione e della Giustizia per porre il problema del rischio che gli Esami finali dei percorsi scolastici in carcere (di primo e di secondo livello) saltino, se non si interviene nell’immediato, assicurando almeno agli studenti e alle studentesse ristretti delle ultime classi, di tutti gli istituti penitenziari, di ricevere materiale didattico entro e non oltre il 10 maggio prossimo e di poter avere almeno due colloqui via Skype con i propri docenti, entro il 10 giugno.
Di seguito riportiamo il testo della lettera.
Egregio Presidente Mauro Palma,
vorrei innanzitutto ringraziarLa, personalmente e a nome dei docenti della Rete delle scuole ristrette e del CESP, per il Suo qualificato impegno e la Sua costante attenzione, anche nei giorni dell’emergenza da Covid-19, al mondo dell’istruzione e della formazione nelle istituzioni penitenziarie.
Abbiamo potuto apprezzare, dopo la Lettera da Lei inviata ai Ministri dell’Istruzione, dell’Università e della Giustizia, l’apertura da parte di alcune istituzioni penitenziarie, che hanno permesso brevi collegamenti video o l’utilizzo di canali alternativi, quali radio o televisioni locali, per la ripresa del contatto tra docenti e studenti ristretti ed abbiamo aggiornato, pertanto, il monitoraggio svolto negli istituti nei quali sono presenti i docenti della nostra rete.
Non Le nascondiamo, però, la nostra grande preoccupazione, sia per la perdurante impossibilità ad avere, quasi ovunque, un feedbak con gli studenti, anche quando si riesce a far arrivare materiale didattico all’interno, sia per le numerose situazioni in cui non è ancora stato possibile neppure distribuire tale materiale.
Viste le specifiche ed imminenti scadenze, quali gli Esami finali dei cicli di studio, la rete delle scuole ristrette vuole non solo rappresentarLe la difficoltà nel procedere con l’attività didattica – al di là di pur lodevoli iniziative di collaborazione con il personale degli operatori interni agli istituti o di soggetti appartenenti al volontariato o ad altre realtà – ma anche la urgente necessità che gli istituti penitenziari e il Ministero della Giustizia mettano in pratica, almeno per gli studenti che devono sostenere le prove d’esame, quello che ormai da troppe settimane si legge sulle circolari, ma che rimane , pur per oggettive difficoltà, disatteso, ovvero la possibilità, per i docenti, di colloqui via Skype o l’utilizzo di email per poter aver contatti diretti e riscontri con gli studenti.
Occorre dunque agire in fretta per garantire a tutti i nostri studenti e tutte le nostre studentesse le stesse possibilità e condizioni degli altri studenti italiani.
Ma per raggiungere tale obiettivo e permettere che gli Esami finali possano svolgersi in modalità accettabili, è necessario che siano garantiti almeno due passaggi:
1) la distribuzione, entro il 10 maggio da parte delle istituzioni penitenziarie del materiale didattico inviato dalle scuole a tutti gli studenti e le studentesse frequentanti le classi terminali dei percorsi di istruzione nelle carceri;
2) la possibilità di svolgere non meno di due colloqui entro il 10 giugno tra gli studenti e i singoli docenti (dunque prima degli esami, tramite skype o altra piattaforma, anche utilizzando gli uffici dell’amministrazione penitenziaria stessa o locali dotati di linea internet).
Solo dopo il raggiungimento del secondo obiettivo si potrà dire di aver creato i presupposti per assicurare, a studenti e docenti, lo svolgimento di un esame finale che possa essere considerato almeno dignitoso.
Anna Grazia Stammati
presidente CESP
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