Come abbiamo preannunciato, quello di oggi 26 giugno è stato un sabato di piazza. Anche la scuola, infatti, si è unita alla protesta dei sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil. Tre piazze per chiedere lavoro, coesione e giustizia sociale, per l’Italia di domani.
“Manifesteremo non solo per scongiurare la fine del blocco dei licenziamenti dal primo luglio prossimo, ma anche per chiedere investimenti sul lavoro, a partire da quello nella conoscenza”. Così nel comunicato sindacale di FLC Cgil.
E ancora: “Le lavoratrici e i lavoratori della scuola hanno portato avanti quest’ultimo anno scolastico con enorme sacrificio, è stato un anno complicatissimo, che ora ci pone davanti alla sfida di superare la scuola com’era prima della pandemia e di guardare avanti con un progetto complessivo per l’istruzione che superi i problemi che la crisi pandemica ha solo amplificato”.
Tra le principali richieste dei sindacati scuola, quella di cambiare il DL Sostegni, che così come è scritto “si appresta a dover affidare a supplenti oltre 113 mila cattedre“.
“Un errore sbloccare i licenziamenti. Le riforme e gli investimenti che vanno fatti debbono creare lavoro stabile, basta precarietà e, soprattutto, è importante che tutte le persone che lavorano abbiano gli stessi diritti e le stesse tutele”. Queste le parole, dal palco di piazza Castello, del leader della Cgil Maurizio Landini.
“Per noi – ha aggiunto – non è più accettabile quello che sta succedendo, cioè una competizione tra le persone che per vivere hanno bisogno di lavorare. Questo dovrebbe preoccupare anche chi fa politica, dovrebbe preoccupare anche il governo, perché c’è bisogno di ricostruire quella fiducia che ancora non c’è”.
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