La scuola è relazione e socialità, lo abbiamo scoperto in modo particolare in questo lungo periodo di emergemza con l’attivazione della scuola a distanza. La vera scuola è in presenza, perché la scuola è il luogo dove si creano e si fortificano le relazioni, il luogo dove tutto è legato al sapere stare insieme e al sapere vivere le dinamiche di gruppo.
Nella scuola di oggi le “relazioni”, nel senso sociologico del termine, hanno un’ importanza fondamentale. Nelle relazioni tra docenti e alunni è necessario che, da parte degli studenti, ci sia stima e il riconoscimento della leadership culturale dei propri insegnanti, da parte dei docenti ci deve essere capacità di ascolto, di intervento e soprattutto la capacità di sapere creare il gruppo-classe, senza mai lasciare indietro nessuno e garantendo il massimo dell’equilibrio e obiettività. Il bravo docente è colui che basa tutta la sua didattica partendo dalla relazione con il gruppo-classe, la buona relazione è elemento fondamentale per il migliore apprendimento possibile.
Se manca da parte dei docenti la capacità di relazionarsi con gli studenti, allora molto spesso, o quasi sempre, il tutto sfocia nella tensione, nella protesta e nella denuncia.
Se il dirigente scolastico riuscisse ad intessere buone relazioni con tutto il personale della scuola che dirige, e soprattutto con le rappresentanze sindacali, allora insegnanti e personale scolastico si sentirebbero più rassicurati e anche più tutelati. Le buone ed equilibrate “relazioni”, nell’accezione più ampia del suo significato, e la massima condivisione delle scelte operative, garantiscono, indubbiamente, uguaglianza di trattamento e dignità professionale per tutti i lavoratori. Il Dirigente scolastico, in seno al Collegio dei docenti, deve sapere agire con autorevolezza senza mai sfociare in forme di autoritarismo o addirittura nel abuso di potere. La capacità delle relazioni è valore distintivo del ruolo del Dirigente scolastico.
Purtroppo non sempre é così, infatti la realtà quotidiana vissuta in alcune scuole, ci mostra un’altra faccia, che è quella delle pessime relazioni tra dirigenza scolastica e sindacati, e spesso i docenti, che sono in aperto dissenso con il Ds, pagano in prima persona. Negli ultimi anni abbiamo assistito alla crescita esponenziale del contenzioso e dei provvedimenti disciplinari avviati dai Ds nei confronti di alcuni docenti.
Lo staff di direzione, che oramai esiste in tutte le scuole, dovrebbe fare da filtro nei rapporti tra docenti e Dirigente scolastico, evitando che tutto passi per la presidenza e che ogni problema sia risolto in prima persona dal Ds.
Alcuni staff di direzione assolvono bene a questo compito, riuscendo ad avere buone relazioni con tutti i docenti della scuola, coadiuvando, cosi come disposto dalla legge, il lavoro della dirigenza scolastica.
A volte invece capita, come ci viene testimoniato da alcuni nostri lettori, che i collaboratori del Dirigente scolastico, piuttosto che fare un’opera di filtro nelle relazioni tra Preside e docenti, creano gruppi di potere per la gestione e l’amministrazione della scuola. In tal caso le relazioni tra staff di direzione, costituito gerarchicamente, e docenti risultano conflittuali o addirittura molto tesi. In buona sostanza stiamo parlando dei famosi “cerchi magici” che esistono in alcune scuole, che andrebbero ad escludere i docenti poco allineati o anche definiti “contrastivi”.
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