Viste le ondate di sciopero, la paralisi di un settore completamente abbandonato, il rincaro dei costi dell’energia ance per le scuole (con proprio portafogli privato), il Ministero dell’Istruzione britannico, in una nota pubblica di servizio resa sul proprio portale web, si impegna in un massiccio piano di investimenti pubblici al fine di far ripartire le scuole e la didattica già dai primi mesi del prossimo anno. Tale scelta difatti segue ondate di protesta e sciopero non indifferenti, menzionate presso articoli su La Tecnica, dovute alla scarsa remunerazione del corpo docente, amministrativo, allo stato complessivo degli edifici scolastici su cui gravano vetustà e scarsi interventi, alla crisi sociale indotta dalla non curanza del settore educativo, che provoca la risalita dei valori relativi a dispersione scolastica e a psicopatie riscontrate tra i giovani britannici. Quali, dunque, gli interventi mirati, strutturali e si spera efficaci al fine di rivitalizzare un sistema malato, cristallizzato ad esigenze anacronistiche e povero sotto il profilo finanziario?
La nota emessa dal Ministero, in ogni caso, non menziona i recenti scioperi, ma una generale crisi energetica che si ripercuote sulle scuole e sui sistemi produttivi a causa del conflitto in corso in Ucraina. Mancano specifiche alla situazione del corpo docente, stremato dagli bassi stipendi e dal lavoro sommerso. Alle scuole e ai colleges nel Regno Unito verrà assegnata una quota di 500 milioni di sterline da spendere per miglioramenti dell’efficienza energetica, contribuendo a risparmiare sulle bollette durante i mesi invernali e a gestire il consumo energetico, menziona la nota stampa. Le stime mostrano che, in media, una scuola primaria riceverà circa £ 16.000, una scuola secondaria riceverà £ 42.000 e un plesso universitario di istruzione superiore equivalente beneficerà di £ 290.000. I miglioramenti potrebbero includere l’installazione di migliori controlli del riscaldamento, l’isolamento per ridurre la perdita di calore dalle condutture idrotermiche o il passaggio a un’illuminazione ad alta efficienza energetica. Questo si basa, come esplicita la nota, sull’Energy Relief Scheme del governo che sostiene le scuole e le università questo inverno e durerà fino alla primavera. Questi 2 miliardi totali di sterline di nuovi fondi saranno assegnati tra le scuole ordinarie e il finanziamento delle esigenze elevate. I consigli locali riceveranno 400 milioni di sterline in più per i budget per bisogni elevati, per aiutare a sostenere i ragazzi e le ragazze con bisogni educativi speciali o disabilità. Alle accademie, alle scuole ordinarie mantenute e alle scuole speciali sarà garantito un aumento dei finanziamenti, che arriverà da aprile del prossimo anno.
Il Belpaese spende per l’istruzione 8.514 euro per studente, pari al 15 % in meno della media europea, attestata sui 10.000 euro pro capite. In termini di budget statale e spesa pubblica, in Italia si impegna l’8 % dei fondi destinandoli alla spesa per scuola e formazione, ben al di sotto della media europea (9,9 %). Già per il Recovery Found, tre settimane fa, è stato previsto un primo rinvio per le scuole materne ed asili nido. La questione è annosa: nonostante i promessi 33 miliardi dalla Legge di bilancio in fase di modulazione, solo lo 0,6 % di questi ultimi sono destinati a stimolare e sviluppare la professionalità docente. Vi sono, come menzionati da alcune testate nazionali, investimenti programmati per l’edilizia scolastica, che aggiunge ai già previsti 710 milioni previsti dai fondi del PNRR altri 1.293.900 euro di origine ministeriale. Questi sono pari a 953,5 milioni di euro per interventi autorizzati di natura regionale, 84,8 milioni di risorse per interventi su mense e palestre e 255,6 mln di risorse per le palestre, che sommate ai fondi del PNRR già menzionati ammonteranno definitivamente a 2 miliardi 3 milioni 900 mila euro.
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