La mancanza di posti per le assunzioni di docenti di scuola dell’infanzia sta provocando non poche proteste, soprattutto fra i precari più direttamente interessati.
In realtà la questione non nasce oggi perchè nella legge 107 stava chiaramente scritto che, almeno per ora, l’organico potenziato non riguarda la scuola dell’infanzia, anche perchè per questo ordine di scuola è prevista di una specifica revisione ordinamentale.
Il comma 180 della legge, infatti, attribuisce al Governo una apposita delega finalizzata alla “istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino a sei anni, costituito dai servizi educativi per l’infanzia e dalle scuole dell’infanzia, al fine di garantire ai bambini e alle bambine pari opportunità di educazione, istruzione, cura, relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali, nonche’ ai fini della conciliazione tra tempi di vita, di cura e di lavoro dei genitori, della promozione della qualità dell’offerta educativa e della continuità tra i vari servizi educativi e scolastici e la partecipazione delle famiglie”.
Su questa delega si sono sviluppate già proteste e polemiche perchè c’è da parte di molti il timore (qualcuno, per la verità ne è persino certo) che la scuola dell’infanzia venga assimilata agli asili nido con conseguente abbassamento del livello qualitativo del servizio stesso.
In realtà il dettato legislativo dice esattamente il contrario e cioè prevede che, semmai, siano gli asili nido ad essere equiparati alla scuola dell’infanzia.
La legge, infatti, stabilisce esplicitamente “l’esclusione dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole dell’infanzia dai servizi a domanda individuale” e prevede anche la generalizzazione della scuola dell’infanzia.
Il problema vero di questo progetto riguarda più che altro i tempi e i costi; per adottare i decreti legislativi necessari il Governo avrà infatti 18 mesi di tempo (ma potrebbe esserci una proroga di altri tre mesi) a partire dal luglio 2015; i costi non sarebbero poi del tutto marginali: un analogo progetto di legge presentato a inizio legislatura dalla senatrice Francesca Puglisi parla di un impegno di spesa non inferiore a 6 miliardi di euro.
Fra tutte le deleghe previste dalla legge 107, questa è certamente la più onerosa e non sarà facile tradurla in fatti concreti.
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