Ruota tutt’attorno all’autonomia delle istituzioni scolastiche la necessità e l’utilità di trasferire alle Regioni le competenze in materia di istruzione previste dal titolo V della Costituzione e dai decreti Bassanini. Occorre infatti, spiega l’assessore all’istruzione della Toscana Gianfranco Simoncini, creare una sorta di “cabina di regia” decentrata e territoriale dell’autonomia e della sue essenziali interrelazione con gli enti locali. L’autonomia funzionale della scuola, basata sul principio di sussidarietà, pretende un radicale cambiamento del contesto amministrativo. Senza però duplicare gli apparati, premette Simoncini, ma avvalendosi degli attuali uffici periferici del ministero. L’assessore lo scrive in una lettera che ha inviato in questi giorni al ministro Fioroni, di fatto ricandidando la Toscana ad una sperimentazione per un’autonomia in tema di programmazione. Una proposta già avanzata al ministro Moratti nel precedente governo, con la speranza che ora riscuota maggiore attenzione. Il ragionamento parte da una sentenza del 2004 della Corte costituzionale. Per trasferire alle Regioni le nuove competenze amministrative, spiega la Consulta, serve una disciplina regionale ed un apparato idoneo a gestire le nuove funzioni. “La prima condizione – sottolinea l’assessore – è pienamente soddisfatta in Toscana dalla legge regionale n. 5 del 5 gennaio 2005, entrata in vigore e già dotata di un regolamento di attuazione”. “La seconda condizione – aggiunge Simoncini – potrebbe trovare una soluzione pratica in un’intesa Stato-Regione di collaborazione tra gli uffici dell’amministrazione regionale e gli uffici decentrati dell’amministrazione scolastica statale: un accordo che in attesa del trasferimento alla Regione degli organismi amministrativi periferici dello Stato che attualmente svolgono queste funzioni potrebbe fa sì che l’Ufficio scolastico regionale, pur continuando ad operare secondo le sue ordinarie funzioni, svolga le procedure per la programmazione della rete scolastica in nome e per conto della Regione Toscana”. “Ovviamente – conclude l’assessore Simoncini – si tratta solo di un’ipotesi”. Avrebbe però il vantaggio di far partire la riforma, senza appesantire di costi la macchina amministrativa e senza duplicare gli uffici. E soprattutto, vista la richiesta di recente avanzata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome per aprire un tavolo in cui affrontare il tema complessivo di passaggio di competenze, la Toscana potrebbe diventare con la sua sperimentazione il prototipo per un modello da applicare su scala nazionale.