E tutto questo nonostante le risorse siano passate dai 26 milioni di euro dello scorso anno, a soli 20 milioni di finanziamento per l’anno scolastico in corso. Tuttavia l’alternanza scuola-lavoro diventa sempre di più una metodologia di insegnamento innovativo rivolta agli studenti che hanno compiuto il quindicesimo anno di età: i numeri ne confermano l’efficacia sia per i ragazzi, come strumento di orientamento, sia per le scuole, come opportunità di collegamento diretto con le filiere economico-produttive dei territori.
Nell’anno scolastico 2012-2013 il 45,6% delle scuole secondarie di secondo grado (3.177 su 6.972) ha attivato percorsi di questo tipo: di queste, il 44,4% sono istituti professionali, il 34,2% tecnici, il 20% licei, l’1,5% altri istituti. I 227.886 studenti coinvolti sono pari all’8,7% della popolazione studentesca contro il 7,5% dell’anno precedente, evidenziando un aumento del 20,3%; per la maggior parte si tratta di iscritti agli istituti professionali (65,5%), a seguire studenti degli istituti tecnici (24,3%) e dei licei (9,5%).
Numeri in crescita (+19,2%) anche per quanto riguarda le strutture ospitanti, tra imprese, studi professionali, enti della pubblica amministrazione, associazioni di categoria, sindacati, scuole e asili, centri per l’impiego, onlus e associazioni di volontariato, centri studi: 77.991 in tutto, di cui il 58,2% (45.365) sono imprese. Per queste, i settori produttivi maggiormente rappresentati sono quelli legati alle «attività dei servizi alloggio e ristorazione» (il 29,4% del totale), seguono le «attività manifatturiere» (20,7%), «altre attività di servizi» (13,7%), e le «attività professionali, scientifiche e tecniche» (10,9%).
Degli 11.600 percorsi totali di alternanza (erano 9.791 nell’a.s. 2011-2012), una netta maggioranza, ossia il 67,1% (7.783), sono stati realizzati negli istituti professionali e di questi 6.043 nelle classi quarta e quinta; 2.556 (il 22%) negli istituti tecnici, 903 (7,8%) nei licei e 86 (0,7%) in altri istituti; particolarmente significativo l’aumento del 41,8% dei percorsi ASL nei licei, che storicamente hanno sempre avuto minore «familiarità» rispetto allo strumento.
Ai buoni risultati complessivi, però, fanno da contraltare le numerose discrepanze tra le diverse esperienze territoriali, anche in termini di quantità: a fronte dei 5.814 percorsi ASL realizzati nelle regioni del Nord (2.573 nella sola Lombardia), infatti, se ne contano meno della metà al Sud (2.069).
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